21.II.2013
RIVOLUZIONE CIVILE a ROMA: ANTONIO INGROIA e il POPOLO di SINISTRA http://www.youtube.com/watch?v=mUSGIh9nDW0 20.II.2013 ARRIVANO I NOSTRI! Per queste ragioni sosteniamo e invitiamo a votare la lista Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, composta da uomini e donne della società civile e da forze politiche e sociali che si oppongono al neoliberismo, chiaramente alternative a Berlusconi come a Monti e a chi lo ha sostenuto. _______________________________ "Il 24 e 25 Febbraio in Italia si voterà per il rinnovo del Parlamento. E' un voto importante per l'Italia ed anche per i destini di tutti i popoli europei, che si trovano a vivere gli effetti della crisi del capitalismo finanziario, delle politiche neoliberiste e di austerità che stanno facendo pagare ai giovani, ai lavoratori, alle donne il prezzo più alto. In tutta Europa ci battiamo contro il fiscal compact e le politiche di austerità. Politiche recessive che aggravano la crisi e che aiutano solo la speculazione e le banche. Politiche sostenute insieme da governi di centrosinistra e centrodestra. Politiche che creano sempre più disoccupazione, disuguaglianza sociale e attacco ai diritti sociali, al welfare e ai beni comuni. Per questo è importante che anche in Italia si affermino le forze della sinistra che hanno combattuto contro Berlusconi e il governo Monti e che propongono un programma alternativo. Un programma che metta al primo posto le persone e non il profitto, la lotta per la piena occupazione, la giustizia sociale, i diritti, la difesa dell'ambiente, la pace e il disarmo. Per queste ragioni sosteniamo e invitiamo a votare la lista Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, composta da uomini e donne della società civile e da forze politiche e sociali che si oppongono al neoliberismo, chiaramente alternative a Berlusconi come a Monti e a chi lo ha sostenuto. Un voto per un'Italia e un'Europa più giusta. Un'Europa dei popoli e non delle banche." primi firmatari: - Pierre Laurent, Presidente del Partito della Sinistra Europea - Jean Luc Melenchon, Presidente Parti de Gauche - Alexis Tsipras, Presidente Syriza - Bernd Riexinger e Katja Kipping, Presidenti Die Linke - Oskar Lafointane, Die Linke Germania - Cayo Lara, Coordinatore generale di Izquierda Unida paolo andreozzi 18.II.2013 UN PUNTO SU GRILLO fate in modo che su questo rigurgito di razzismo solo troppo pavido per menar le mani, su questa venalità da bottegai incapaci e rancorosi, su questo fascistellismo da bar sport travestito da grande rivoluzione, il sipario cali prima che possa far danni seri. se non vi piace nulla di più dei suoi strepiti, allora non fidatevi proprio di nessuno - uno show in piazza per farsi due risate va bene, ma le elezioni sono una cazzata, come tutta la politica: non vi ci sprecate a parteciparvi col voto. __________________________________ ma basta! ma non c'è nessuno che lo manda a fanculo sul serio? amici che per nausea di tutto e tutti siete orientati a votare 5stelle, vogliate considerare questo - da una riflessione di francesco merlo di poco tempo fa: "Grillo ride e invita a picchiare i marocchini immigrati. Mi raccontano che da giovane attore burlesco già Grillo parodiava i calabresi goffi e sproloquianti immigrati nella sua Genova, di cui rappresentava in teatro il fondo più cattivo. Prendeva in giro per bastonare, per tenere lontani i terroni: attenzione ai calabresi che si sforzano di sembrare genovesi. E tutto era giocato sulle vocali aspirate del catanzarese. Insomma, robaccia da gradasso sbruffone, 'vanteria e palanche', ma sempre con un linguaggio tecnico da palcoscenico comico dove il sangue è sugo di pomodoro e il cadavere respira. Dunque, l’unica novità preoccupante è che Grillo sembra ormai aver perso la misura della sua dismisura lessicale. E’ l’unico attore che è ‘diventato’ la sua parte, come se Gassman si fosse convinto di essere davvero Brancaleone. E’ tutto qui il corto circuito verbale di Grillo che, praticando in politica il codice del suo precedente mestiere, far ridere con gli attrezzi del ridicolo, comincia a credere anche letteralmente a quel che dice, al punto da autoconvincersi di essere estremamente pericoloso e da autoiscriversi alla schiera dei morti ammazzati, dei Matteotti e dei Gramsci. Non più Totò, Macario e Nino Taranto ma Dalla Chiesa, Ambrosoli e De Mauro: il vittimismo come comica finale, dal marameo al ‘maramao perché sei morto’. Ma i servizi segreti deviati non mettono bombe nell’avanspettacolo, anche quando esso si fa politica. La farsa non è mai tragedia e alla fine della farsa non c’è il morto, c’è il sipario." amici e amiche che in buona fede pensate che grillo sia il nuovo che ripulirà l'italia, fate invece in modo che su questo rigurgito di razzismo solo troppo pavido per menar le mani, su questa venalità da bottegai incapaci e rancorosi, su questo fascistellismo da bar sport travestito da grande rivoluzione, il sipario cali prima che possa far danni seri. se non vi piace nulla di più dei suoi strepiti, allora non fidatevi proprio di nessuno - uno show in piazza per farsi due risate va bene, ma le elezioni sono una cazzata, come tutta la politica: non vi ci sprecate a parteciparvi col voto. dice "comunque è l'unico che è andato nelle piazze, che ha visto la gente!"... rispondo che grillo alla fine non ha fatto niente di più e di diverso da quello che ha sempre fatto, lui come qualunque star dello spettacolo: andare in piazza, performare e (sperare di) riempirla! la differenza è che adesso lo fa a costo zero per gli spettatori (ma tranquilli, che il tornaconto economico lui&casaleggio ce l'hanno e/o ce l'avranno!). eppoi: è vero che lui va nelle piazze e la televisione non parla d'altro, ma non è che gli altri candidati il contatto con la gente non lo cerchino e non lo trovino. sono stato personalmente a diversi momenti d'incontro pubblico di ingroia e di altri di rivoluzione civile, non a cielo aperto magari ma lo stesso aperti alla gente e partecipati, così come altri compagni e amici sono stati ad analoghi momenti di incontro e confronto pubblico 'senza rete' (insomma, non nel chiuso dei teatri a inviti e con la claque come fanno al centro e a destra) di vendola e dei candidati sel nel centrosinistra. grillo non ha l'esclusiva del contatto con i cittadini, solo che di lui si parla sui media... come di una tournée degli stones! mentre rivoluzione civile, diciamo, preferisce suonare jazz nei club. capite? è proprio l'impostazione che è diversa: grillo va nelle piazze perché non cerca il confronto, cerca di (e riesce a) dominare la massa confidando che più il numero degli spettatori del circo è grande più essi sospenderanno il giudizio critico, più saranno proni all'emozione facile e violenta! grillo è nuovo?!? ma mi faccia il piacere, direbbe totò: grillo&casaleggio sono nuovi quanto gli spettacoli del colosseo al tempo dei romani! roba da ultrà in curva. e la precondizione a tutto ciò è l'asfaltatura cerebrale prodotta in italia da 35 anni di tv berlusconiane e 20 di stracci volati da forzaitalia/pdl&lega! ma siamo all'ultima settimana, all'ultimo cambio di testimone, ultimi cento, dirittura d'arrivo. passiamola così. chi non ne sa ancora abbastanza si informi meglio, chi ne sa già ci pensi bene, chi ci ha pensato dia una mano agli altri, chi dà una mano distingua tra chi desidera 'da cittadino' e chi no, e chi 'no' sia sincero fino in fondo con se stesso: "ma che me ne frega di un rito finto-democratico nel paese del fottifotti generale? andateci voi al seggio - coglionazzi, solitifurbi, amicidegliamici e animebelle - che tanto non cambia mai niente oppure ci fregherete coi brogli, e io ho da pensare ai seri cazzi miei!". giusto. e già questo una bella raddrizzata la darebbe. chi vota male avvelena anche te, (non provare a fargli cambiare idea) digli di smettere. invece ieri, domenica, volantinavamo io e valentina all'auditorium, vicino alla pista del ghiaccio, arriva una ragazza e gentilmente fa "può venire un attimo con me a bordo pista?". io vado, c'è un bambino che sta lì appoggiato alla balaustra, e lei gli dice "lo vedi? te l'avevo detto che non è ingroia! mi scusi eh? a casa parliamo, vediamo la televisione..." ho salutato il ragazzino, ho ringraziato la mamma e le ho dato il volantino col programma di rivoluzione civile. io e vale abbiamo riso insieme. e ho amato un po' di più tutta questa gente! paolo andreozzi 17.II.2013 PER FAR CHIAREZZA l'onorevole berlusconi sa per certo che gli è stata data piena garanzia - non adesso, ma nel 1994 - che non sarebbero state toccate le televisioni, quando ci fu il cambio di governo. lo sa lui e lo sa l'onorevole letta. ci avete accusato di regime, nonostante non avessimo fatto il conflitto d'interessi, avessimo dichiarato eleggibile berlusconi nonostante le concessioni, avessimo aumentato il fatturato di mediaset, che sotto il centrosinistra è aumentato di 25 volte. __________________________________ un po' di voci 'autorevoli' e qualche cittadino - due o tre perfino in buona fede - accusano l'ingroia magistrato per aver 'osato' attaccare il capo dello stato e la corte cosituzionale nell'atto di difendere il lavoro proprio, e della procura, sulla famigerata trattativa stato-mafia. (lavoro per il quale ingroia campa da anni sotto costante minaccia di morte - reale, non millantata con una pallottola in una lettera o uno sputo in piazza - e relativa protezione e 'blindatura' della sua vita con comprensibili disagi agli affetti, alle libertà basilari e tutto. né lo si sente frignare per questo - ma lasciamo stare.) ora, che non si sia trattato affatto di un attacco a napolitano né alla corte - tanto meno sguaiato, pretestuoso e destabilizzante come quelli cui invece avrebbe dovuto abituarci la lunghissima e triste stagione dell'antistato puro e semplice al governo del paese - l'ingroia magistrato stesso l'ha già detto in tutte le salse. e chi voleva capirlo l'ha capito, e chi no non ci spero più. ma l'ingroia politico lo si sente parlare da meno tempo dell'altro. e sul punto politico - non giudiziario - della trattativa stato-mafia è importante sapere cosa ne pensi un qualunque cittadino candidato premier, figuriamoci lui. poche righe dal bel libro-intervista "io so", uscito per chiarelettere alla fine del 2012, e il resto ve lo leggerete da voi. (e tra l'altro mi ha colpito il fatto che - forse involontariamente, forse sono un matto io - qui ingroia descrive un procedimento di verifica 'strumentale' interna, che sembra il test di turing per l'informatica elettronica o il teorema di godel per la logica matematica!) "l'indagine sulla trattativa mette alla prova la capacità della legge e della giustizia penale nel suo complesso. se si dovesse chiudere questa stagione con un nulla di fatto sarebbe un fallimento totale. significa che lo stato non è in grado di dare una risposta ai cittadini, né sul piano giudiziario né su quello politico. indagini come questa sulla trattativa mettono alla prova la capacità di riconoscersi come stato di diritto fino in fondo, sono una verifica che serve a capire se lo stato è in grado di processare se stesso e soprattutto di processare la ragion di stato." e per completare con due soldi di cronaca - perché mica è detto che tutti sappiano tutto - ecco le parole di giuseppe lo bianco e sandra rizza, i giornalisti che hanno redatto il libro, a sintetizzare i fatti precedenti la trattativa e coevi. "dopo l'89, la finanza criminale legata alla destra eversiva e a gelli, analizzata la crisi del vecchio sistema istituzionale e il crollo di dc e psi, cerca d'imporre un nuovo soggetto politico per impedire in italia l'avanzata dei comunisti e la loro affermazione, che metterebbe fine a privilegi e impunità. gli strateghi di questo gruppo criminale - che è un pezzo di classe dirigente - si affiancano a cosa nostra, che vuole vendicarsi per il 'tradimento' della politica, nell'ideare e portare a termine il piano stragista. nel frattempo, subito dopo l'omicidio di lima, dell'utri ingaggia ezio cartotto e gli affida lo studio di fattibilità del nuovo partito: forza italia. muoiono falcone e borsellino. il vecchio sistema politico si disintegra. quando il nuovo partito si presenta all'opinione pubblica, si scopre che il suo leader è un imprenditore iscritto alla p2 di gelli. in più, nel ventennio appena trascorso, l'agenda politica dei governi berlusconi pare ricalcare il piano di rinascita democratica. un giovane oggi, a vent'anni dalla morte di falcone e borsellino, stenta a credere che le indagini siano ancora ferme alla manovalanza mafiosa per tutt'e due le stragi." care voci 'autorevoli', cari cittadini critici, carissimi due o tre in buona fede, è di questo che stiamo parlando. niente di meno che della storia di decine di milioni di italiani, in vita o ormai morti, e della loro dignità individuale e di popolo. niente di meno che della lotta per la ricerca della verità, quella lotta che permette agli umani e alle nazioni di potersi guardare allo specchio. niente a che fare con l'etichetta. niente a che fare con l'utilità (del voto 'utile', intendo). tranne che per il fatto che è senz'altro utile per costruire il domani, sapere di ieri e vivere oggi a occhi aperti. e a proposito, ancora, del benedetto voto utile. votare rivoluzione civile solo alla camera, e invece al senato centrosinistra (pd o sel - spero sel) in quelle circoscrizioni elettorali 'a rischio soglia di sbarramento', è tatticamente sensato. vuol dire che poiché si suppone che riv.civ. non arrivi al minimo per 'produrre senatori', allora piuttosto che sprecare il voto lo si dà alla formazione 'più vicina' che invece il minimo lo passa sicuro, cioè il centrosinistra (pd o sel - e io spero sel). è un comportamento che adotterei anch'io se fossi un elettore di quelle circoscrizioni, anziché del lazio? vediamo. fondandosi come comportamento sull'assunto che in quelle regioni riv.civ. non raggiungerà la soglia, è praticamente una 'self-fulfilling prophecy' - come dicono quelli bravi: cioè una previsione auto-avverante, nel senso che è proprio ponendosi in essere quel comportamento (il non votare rivoluzione civile) che si realizza ex-post l'assunto a priori ('rivoluzione civile prenderà pochi voti'). quindi, no. benché tatticamente non-insensato, il voto disgiunto di camera a rc e senato a centrosinistra (pd o sel - ma io spero proprio sel) non lo adotterei comunque. primo, perché l'assunto è davvero indimostrabile a priori (i sondaggi, pure a conoscerli nelle ultime ore prima del voto, non è detto che ci prendano), e secondo perché a me piace fare quello che penso sia razionale come se fossi in mezzo ad altri esseri razionali altrettanto (nel 'dilemma del prigioniero' - dicono sempre quelli bravi - insomma io sceglierei sempre la cooperazione e mai la defezione, e la teoria dei giochi e delle decisioni mi dà ragione sui grandi numeri statistici). quindi: voto riv.civ. alla camera e pure al senato. (ma mica ce l'ho contro chi opta per il disgiunto.) e se invece stiamo parlando di votare rivoluzione civile solo alla camera, e invece al senato centrosinistra non per il rischio 'soglia di sbarramento' bensì per il rischio 'vittoria del pdl' in certe regioni (sicilia, puglia, veneto, lombardia...), allora non si tratta più di tattica. allora devo parlare di politica. anzi lascio parlare un politico di razza: "l'onorevole berlusconi sa per certo che gli è stata data piena garanzia - non adesso [2003], ma nel 1994 - che non sarebbero state toccate le televisioni, quando ci fu il cambio di governo. lo sa lui e lo sa l'onorevole letta. ci avete accusato di regime, nonostante non avessimo fatto il conflitto d'interessi, avessimo dichiarato eleggibile berlusconi nonostante le concessioni, avessimo aumentato il fatturato di mediaset, che sotto il centrosinistra è aumentato di 25 volte..." è luciano violante - e chi sennò? - stenografato ufficialmente in parlamento. ora, violante è candidato per il pd al senato. se nelle regioni a rischio 'vittoria pdl più lega' sia più utile votare pd in funzione anti-berlusconi che non qualunque altra lista di sinistra, lo giudicate credo da voi. allora ribadisco, io voterò rivoluzione civile alla camera e pure al senato anche (ma non solo, né primariamente) come coppia di voti utili anti-berlusconiani. tuttavia, se proprio non vi riesce di fare il 'grande passo' verso riv.civ. e vi sentite più al sicuro votando centrosinistra in quelle circoscrizioni elettorali, be' ricordate le parole stentoree di violante (mai oggetto di ravvedimento operoso né suo né del suo partito) e - almeno - mettete la crocetta sul simbolo di sinistra ecologia e libertà. paolo andreozzi 16.II.2013 DONNE reato di femminicidio, reato di tortura, aggravante di omofobia, matrimonio omosessuale e adozione, cogenza del testamento biologico, abolizione della norma che vieta o limita fecondazioni e ricerche staminali, stretta rigidissima alla sperimentazione sugli animali, abolizione della bossi-fini, cittadinanza per tutti i nati in italia. __________________________________ ballare in piazza contro la violenza selle donne va benissimo! (figurarsi, amo ballare e veder ballare e amo le piazze e che siano piene.) e benissimo che senonoraquando torni in queste occasioni a farsi sentire e vedere! poi però c'è la legge, che dà forma concreta alla nostra vita individuale e collettiva. e rivoluzione civile ha nel suo programma, nero su bianco e dichiarato pubblicamente da tutti i suoi candidati a camera e senato (oltre ingroia, ovviamente), di voler introdurre il reato di femminicidio nel codice penale - senza se e senza ma! (così come ha nel programma, nero su bianco e pluridichiarato, di voler introdurre: il reato di tortura, l'aggravante di omofobia, il matrimonio omosessuale e l'adozione, la cogenza del testamento biologico, l'abolizione della norma che vieta o limita fecondazioni e ricerche staminali, la stretta rigidissima alla sperimentazione sugli animali, l'abolizione della bossi-fini, la cittadinanza per tutti i nati in italia - e questo per restare solo ai diritti civili principali. tutte riforme a costo zero! che per farle basta volerlo, e per non farle non vale appellarsi a crisi di bilanci o debiti sovrani.) la domanda allora è: che ne pensa senonoraquando di questo punto programmatico di rivoluzione civile sul reato di femminicidio? più in generale, cosa ne pensa ogni donna? più in generale ancora: che ne pensate tutti quanti di tutte queste rivendicazioni di civiltà concrete e realistiche? paolo andreozzi 15.II.2013 PASSI DI CIVILTA' il potere reazionario o criminale può sopportare perfino che una maggioranza di italiani defenestri sull'onda dell'indignazione un'intera classe politica e scriva tutte le norme 'anticasta' che vogliamo, ma non tollererebbe una maggioranza di opinione pubblica che volesse la scrittura e il rispetto di leggi sul controllo stringente e pubblico del credito. __________________________________ dice il massomafionano che la corruzione è endemica, connaturata al nostro stivale sfortunato. credo possa configurarsi un'ipotesi di reato, ma lascio il dilemma a chi mastica diritto penale molto più di me. ragiono però su questo. che l'italia sia un paese a basso tasso di rispetto diffuso della legalità è purtroppo nei fatti. lo vedi sia nei comportamenti spicci, individuali e/o di collettività, sia nella selezione che il popolo ha effettuato in anni e decenni quanto alla propria rappresentanza politica e amministrativa, a tutti i livelli, e sia nella facilità con cui 'passano' nella testa della gente parole d'ordine contro chi rispetta la legge ("fessi") e chi la fa rispettare ("giustizialisti, manettari, forcaioli"). ed è nei fatti, purtroppissimo, che l'italia migliore (minoritaria da sempre, al conto elettorale) pure carica di una forza civica e culturale che ha prodotto e produce quanto di più bello e nobile esista nell'intero occidente moderno e contemporaneo, è semplicemente ostaggio della forza reazionaria se non criminale tout court in ogni occasione di possibile riscatto (l'affarismo trasformistico, dopo l'unità; il fascismo, dopo il 'biennio rosso'; il conformismo, dopo la resistenza e la costituzione; il riflusso e la strategia della tensione, dopo il '68 e l'autunno caldo; le stragi di mafia e il berlusconismo, dopo mani pulite). ergo: io ho una paura sola. che semmai - sulla spinta della ritrovata coesione (benché problematica, non me lo nascondo) delle forze davvero progressiste del paese - l'italia migliore possa intercettare democraticamente il consenso della maggioranza, tra dieci giorni o alla successiva scadenza a breve (se questa non sarà risolutiva e stabilizzante), ebbene il 'potere nero' scateni apertamente contro il popolo italiano una guerra senza precedenti. almeno nell'europa dell'ultimo tratto di lunga storia. ed è una bella paura. ma non è diversa da quella di chi costruisce la civiltà passo passo contro il fondo di barbarie da cui emerge, qui e dappertutto, e che sempre attenta alla prima. e quindi - donne e uomini di buona volontà e retto pensiero - non deve fermarci. per esempio, quando dico che il 'potere nero' non accetterà l'opzione democratica che porti nella 'stanza dei bottoni' chi ha un determinato programma davvero progressista, intendo un programma fatto di punti come questo: "Rivoluzione Civile ritiene che sia necessario e urgente ricostruire una banca pubblica per il credito a medio e lungo termine, che possa prestare denaro alle imprese a tassi ragionevoli. Il credito è un bene pubblico e le banche devono essere considerate come public utilities. Soprattutto per quanto riguarda il credito alle PMI e a medio-lungo termine. Questi concetti, che in Italia nella furia privatizzatoria degli anni Novanta sono stati dimenticati, ormai vengono recuperati anche nei Paesi anglosassoni: persino l’insospettabile Regno Unito ha creato una banca pubblica per il credito alle piccole e medie imprese. Mentre la Germania, come è noto, non ha mai smesso di giovarsi di una grande banca pubblica che fa credito alle imprese, il Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW). Farlo anche in Italia non è difficile, e si può fare in diversi modi. Il più semplice è utilizzare una banca che già esiste e si trova nel perimetro pubblico, ma alla quale né il governo Berlusconi e Tremonti né quello di Monti hanno saputo dare una missione chiara: la Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale (BdM-MCC). Proponiamo che: - la banca passi sotto il controllo diretto di Cassa Depositi e Prestiti (oggi è di proprietà di Poste Italiane) o del Ministero dell’Economia e delle Finanze; - venga adeguatamente ricapitalizzata; - il suo raggio d’azione copra l’intero territorio nazionale; - le sue funzioni comprendano: il credito a medio-lungo termine su tutto il territorio nazionale, il credito agevolato, il supporto (istruttoria e cofinanziamenti) a Stato e Regioni per l’utilizzo dei Fondi europei. - si stabilisca una stretta cooperazione operativa tra BdM-MCC, SIMEST e SACE, dando vita a un polo creditizio e assicurativo pubblico per lo sviluppo delle imprese, in grado di assisterle sia sul mercato domestico che nella loro internazionalizzazione. A questo ultimo proposito bisogna giungere a una vera e propria “export bank” italiana con una configurazione societaria chiara, mentre per ora di concreto c’è soltanto una convenzione tra società diverse. Quanto sopra può essere ottenuto anche creando ex-novo una banca o ampliando il perimetro delle funzioni attribuite alla Cassa Depositi e Prestiti e dando autonomia societaria al suo interno a un comparto creditizio per le imprese. Ma entrambe le possibilità richiedono più tempo della soluzione proposta e, nel secondo caso, una modifica statutaria della Cassa Depositi e Prestiti (per missione rivolta agli Enti Locali). Qualunque sia la soluzione tecnica prescelta, l’essenziale è l’obiettivo strategico: quello di ripristinare un polo pubblico del credito, correggendo gli eccessi degli anni Novanta, che hanno visto la privatizzazione totale del settore. Le conseguenze di quelle privatizzazioni oggi sono sotto gli occhi di tutti: creazione di grandi banche spesso inefficienti (ma in grado di sfruttare a loro vantaggio rendite oligopolistiche) e razionamento del credito nell’attuale fase di crisi. Bisogna cambiare strada. Vladimiro Giacché, candidato alla Camera per Rivoluzione Civile" e, signori, capite bene che mentre il suddetto potere reazionario o criminale tout court può sopportare benissimo perfino che una maggioranza di italiani defenestri sull'onda dell'indignazione un'intera classe politica e scriva tutte le norme 'anticasta' che vogliamo (tanto poi un'altra casta prenderà il posto della prima e aggirerà quelle norme scritte pure dai più incazzati tra gli indignati), viceversa non tollererebbe una maggioranza di opinione pubblica che volesse la scrittura e il rispetto di leggi come questa sul controllo stringente e pubblico del credito. QUESTO fa saltare il banco del crimine piccolo e grande, non altro! in ultima analisi - parafrasando falcone che diceva 'se vuoi arrivare alla cupola, segui il denaro' - solo se fai arrivare il denaro pulito all'autodeterminazione dei cittadini, delle famiglie, dei territori, dell'economia, allora strozzi la cupola e ogni altro potere occulto. paolo andreozzi 14.II.2013 PAREGGIO DI BILANCIO il rifiuto del pareggio di bilancio 'qui e ora', l'abolizione del fiscal compact, la negoziazione dei debiti sovrani e la riformulazione dell'intera impostazione politicoeconomica europea, sono misure che la natura stessa della crisi rende praticamente inevitabili. ___________________________________ "I Paesi di Eurolandia in crisi potranno avere più tempo per raggiungere il pareggio di bilancio." l'ha scritto un economista antiliberista più a sinistra ancora di rivoluzione civile? no. l'ha scritto ieri olli rehn, il commissario europeo agli affari economici, ai ministri delle finanze di tutti i paesi euro! il che vuol dire che mettere il pareggio di bilancio in costituzione è stato non solo un abuso antidemocratico, ma pure una stronzata autolesionista non richiesta. e che la merda che si mangiano da un anno e passa le classi popolari in grecia, e quella che si annusano pesantemente quelle spagnole, portoghesi, francesi e le nostre, non solo è un'ingiustizia storica ma è pure un'autistica inutile strategia anti-crisi. e che il rifiuto del pareggio di bilancio 'qui e ora', l'abolizione del fiscal compact, la negoziazione dei debiti sovrani e la riformulazione dell'intera impostazione politicoeconomica europea, non solo non sono cazzate velleitarie, non solo qualificano nettamente una visione di sinistra rispetto ai moderati, ai conservatori, ai reazionari e ai populisti, ma soprattutto sono misure che la natura stessa della crisi - se osservata senza la malafede o il prosciutto sugli occhi della nostra attuale classe dirigente in parlamento, nelle cabine di regia industriali e finanziarie e sui media mainstream - rende praticamente inevitabili. ora andate a vedere chi ne ha fatto il proprio programma elettorale, e decidete dove vanno spese l'energia della vostra lotta e l'utilità del vostro voto! paolo andreozzi 13.II.2913 CHURCHILL nel giusto erano invece i laburisti con la loro analisi della distibuzione iniqua delle risorse, e con le loro proposte di welfare moderno, di ascolto delle istanze sindacali, di imposizione fiscale davvero progressiva, di nazionalizzazioni là dove regnava il liberismo privato. __________________________________ (può sembrare un po' off-topic, ma non lo è affatto.) churchill nel '45 perse le elezioni contro il laburista attlee. (infatti...) ...e le perse nonostante il popolo inglese lo venerasse - o poco meno - perché era stato grazie a lui, alla sua capacità di comando e di motivazione, che l'inghilterra non solo resistette all'attacco feroce della germania nazista che l'assediava e la bombardava ma addirittura capovolse la situazione (immensamente drammatica e disastrata) e vinse la guerra insieme alle altre forze alleate, di paesi capitalisti e di paesi socialisti. allora perché, clamorosamente, churchill e il partito conservatore persero le elezioni del 1945 contro attlee e il partito laburista? perché il popolo inglese comprese che la ricetta di churchill - lacrime, sangue e sudore, perfetta per resistere a hitler e controbattere - invece per uscire dalle macerie socioeconomiche della guerra non poteva andar bene. comprese che nel giusto erano invece i laburisti con la loro analisi della distibuzione iniqua delle risorse, e con le loro proposte di welfare moderno, di ascolto delle istanze sindacali, di imposizione fiscale davvero progressiva, di nazionalizzazioni là dove regnava il liberismo privato. capite? gli inglesi non esitarono a cambiare radicalmente guida, visto che allora la priorità era sconfiggere povertà economica e ingiustizia sociale. e questo, con tutto che churchill fosse praticamente un eroe nazionale! ora, italiani concittadini miei: monti e chi l'ha sostenuto per i 15 mesi del suo governo, non hanno nemmeno non dico vinto una guerra - ma manco varcato una volta la soglia di un rifugio antiaereo! perché allora questa santificazione? ma perché avete il terrore del nuovo possibile? perché non volete sconfiggere la povertà e l'ingiustizia con le armi a ciò necessarie, e tramite le donne e gli uomini che si candidano credibilmente ad usarle? se non cambiamo radicalmente guida e ricette e modelli ADESSO, pur con tutta la storia trascorsa da allora e l'informazione di cui ora disponiamo e che ci riempie la bocca - noi, tutti fini politologi ed economisti del tempo libero (ma semplici cittadini pensanti, scarsi) - noi non siamo all'altezza nemmeno di giragli il pudding nella scodella, a quei fierissimi inglesi del '45! anche per questo io voto RIVOLUZIONE CIVILE. paolo andreozzi 10.II.2013 CAMPAGNA ELETTORALE se sembra vintage non possiamo farci niente. è politica vera, di sinistra. tutto qua. _______________________________ domenica mattina, il sole pulito e il vento freddo, la piazzetta di un quartiere popolare, donne e uomini, anziani, ragazzi, precari, lavoratori, pensionati, migranti, volantini e spillette, un microfono e due casse, proposte oneste, visioni coraggiose, intelligenza e passione, compagne e compagni, rivoluzione civile, la campagna elettorale un po' come una volta. e se sembra vintage non possiamo farci niente. è politica vera, di sinistra. tutto qua. come ingroia a castevolturno: "Rivoluzione Civile cancellerà la legge Bossi-Fini. La norma che la sostituirà sarà frutto delle indicazioni che vengono dai lavoratori migranti e di chi opera sul territorio per difenderne e tutelarne i diritti fondamentali ancora non riconosciuti." come ancora ingroia sui temi civili: "Noi siamo per il pieno riconoscimento dei diritti di tutte le coppie, comunque assortite sessualmente. E quindi siamo per il matrimonio civile tra gay o tra lesbiche." mi basta e m'avanza. oltre tutto il resto! paolo andreozzi 7.II.2013 UN METODO, NON LE CHIACCHIERE pubblicità comparativa 'elettorale' tra la carta d'intenti del centrosinistra, i 20 punti di grillo e il programma di rivoluzione civile. in cinque 'puntate': europa e bilancio, lavoro, pace e mondo, legalità, ambiente. ___________________________________ prima puntata, sull'europa e i vincoli di bilancio. per esempio: "fine del dogma dell’austerità e dell’equilibrio dei conti pubblici assunto come unico fine in sé, senza alcuna attenzione per l’occupazione, gli investimenti, la ricerca e la formazione." ('fine del dogma... assunto come unico fine...', formulazione talmente sfumata e condizionata che pare scritta da un buon gesuita: liscia - incolore e insapore.) "referendum sulla permanenza nell’euro." (apodittico populismo per palati semplici, manca un passetto e siamo all'autarchia della lana di coniglio nostrano: gassata - con le cartine, finta.) "siamo contrari al fiscal compact che taglia di 47 miliardi l’anno per i prossimi venti anni la spesa, pesando sui lavoratori e sulle fasce deboli, distruggendo ogni diritto sociale, con la conseguenza di accentuare la crisi economica." (mo' sì, questo è un punto di programma! vuol dire qualcosa, e si può fare qualcosa: ferrarelle - cioè rivoluzione civile, what else?) stay tuned, to be continued. seconda puntata, stavolta sui temi del lavoro. per esempio: “ridisegno profondo del sistema fiscale che alleggerisca il peso sul lavoro e sull’impresa, attingendo alla rendita dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari. contrastare la precarietà. spezzare la spirale perversa tra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti, aiutando le produzioni a competere sul lato della qualità e dell’innovazione, punti storicamente vulnerabili del nostro sistema.” (vuol dire forse ‘patrimoniale’? vuol dire forse ‘abolire le quasi 50 forme di contratto atipico’? vuol dire forse ‘ripristinare lo statuto dei lavoratori e farlo rispettare’? secondo me, se la “carta d’intenti” voleva dire questo bastava scriverlo. quindi no, è fuffa.) “misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa.” (non vuol dire nulla, semplicemente. e il ‘lavoro’ non viene menzionato né qui né in nessuno degli altri 19 punti del “programma”. fuffa pure questa – anzi, più che fuffa: grillo allo stato puro.) “siamo per il contratto collettivo nazionale, per il ripristino dell’art. 18 e per una legge sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro. vogliamo creare occupazione attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, politiche industriali che innovino l’apparato produttivo e la riconversione ecologica dell’economia. vogliamo introdurre un reddito minimo per le disoccupate e i disoccupati. vogliamo che le retribuzioni italiane aumentino a partire dal recupero del fiscal drag e dalla detassazione delle tredicesime. vogliamo difendere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.” (ed ecco come si parla di occupazione e diritti, di produzione e di reddito! il contrario della fuffa: infatti è rivoluzione civile, what else?) stay tuned, to be continued. terza puntata, stavolta sui temi della pace internazionale e del ruolo in merito di parlamento, governo e quirinale. (che poi è una ‘puntatina’, in realtà, data l’oggettiva difficoltà di un confronto tra le proposte in campo.) infatti: “siamo favorevoli a un sistema parlamentare semplificato e rafforzato, con un ruolo incisivo del governo e la tutela della funzione di equilibrio assegnata al presidente della repubblica.” (mancando ogni riferimento a ‘pace e disarmo’ nella “carta d’intenti”, credo che la centralizzazione dei poteri disegnata dal modello del centrosinistra sia l’unico parametro che debba giudicarsi nei casi di partecipazione o meno dell’italia alle manovre di “alta geopolitica”. e se vi piace così…) “abolizione di equitalia.” (qui ho dovuto davvero lavorare di fantasia. in tutto quel che scrive grillo non c’è niente di più ”vicino” che questa sciocchezza, al concetto di “pace e disarmo”!) “va ricondotta la funzione dell’esercito alla lettera e allo spirito dell’articolo 11 della costituzione a partire dal ritiro delle truppe italiane impegnate in missioni di guerra. va promossa la cooperazione internazionale e l’europa deve svolgere un’azione di pace e disarmo in particolare nell’area mediterranea. va abrogata la riforma monti delle forze armate, vanno tagliate le spese militari a partire dall’acquisto dei cacciabombardieri F35 e di tutti i nuovi armamenti.” (ecco un punto di programma circostanziato sull’argomento. si può essere d’accordo, oppure no – anche se non capirei come – ma nel programma un cosetto da niente come questo punto, qui non è “dimenticato”. quale programma? di rivoluzione civile, what else?) stay tuned, to be continued. quarta e penultima puntata della nostra pubblicità elettorale comparativa, stavolta sul tema della legalità. per esempio: "vogliamo dare segnali netti all’utalia onesta che cerca nelle istituzioni un alleato contro i violenti, i corruttori e chiunque si appropri di risorse comuni mettendo a repentaglio il futuro degli altri. per noi ciò equivarrà alla difesa intransigente del principio di legalità, a una lotta decisa all’evasione fiscale, al contrasto severo dei reati contro l’ambiente, al rafforzamento della normativa contro la corruzione e a un sostegno più concreto agli organi inquirenti e agli amministratori impegnati contro mafie e criminalità, vero piombo nelle ali per l’intero paese. vogliamo contrastare tutte le mafie, reprimendone sia l'azione criminale che l'immensa forza economica.” (ma in pratica, misure legislative alla mano, che vòr di’? forse ce lo diranno dopo le elezioni – mi sa che il “centrosinistra style” a questo giro è questo qua: come per l’alleanza sì /alleanza no col centro montiano, “prima tu votare poi noi spiegare”.) “legge anticorruzione.” (ah però. e si vede che la ditta grillo&casaleggio qui aveva finito l’inchiostro, evidentemente usato tutto per strepitare non contro l’illegalità diffusa ma solo contro quella della “casta” – come se questa fosse scesa dal cielo, anziché montata su dalla “pancia delinquenziale” della gente.) “per la legalità e una nuova politica antimafia che abbia come obiettivo ultimo non solo il contenimento ma l’eliminazione della mafia, che va colpita nella sua struttura finanziaria e nelle sue relazioni con gli altri poteri, a partire da quello politico. il totale contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione, il ripristino del falso in bilancio e l’inserimento dei reati contro l’ambiente nel codice penale sono azioni necessarie per liberare lo sviluppo economico. segue proposta di legge ingroia-latorre per la confiscabilità dei beni non solo ai mafiosi ma anche a corrotti/corruttori e grandi evasori.” (virgola, punto e virgola, punto. “rivoluzione civile style”, what else?) stay tuned, to be continued... one more. quinta puntata, ultima, e il resto del raffronto tra i programmi – capito il metodo – potete benissimo condurvelo da voi. ecco i link ai “testi”: http://www.partitodemocratico.it/speciale/cartadintenti/home.htm http://www.beppegrillo.it/ http://www.rivoluzionecivile.it/sintesi-del-programma-di-rivoluzione-civile/ chiudiamo sul tema dell’ambiente. per esempio: “una politica industriale “integralmente ecologica”. noi immaginiamo un progetto-paese che individui grandi aree d’investimento, di ricerca, di innovazione verso le quali orientare il sistema delle imprese, nell’industria, nell’agricoltura e nei servizi. l’energia, il patrimonio culturale e del paesaggio, le infrastrutture dello sviluppo sostenibile, la rete dei servizi di welfare e formazione, sono beni che devono vivere in un quadro di programmazione, regolazione e controllo sulla qualità delle prestazioni. è tramontata l’idea che la privatizzazione e l’assenza di regole siano sempre e comunque la ricetta giusta. non si tratta per questo di tornare al vecchio statalismo o a una diffidenza preventiva verso un mercato regolato.” (sull’ambiente non c’è molto più di questo, in “carta d’intenti”. e comunque il buon vecchio “ma anche” veltroniano non passa mai di moda.) “Eliminazione delle province.” (davvero, non c’è niente nei 20 punti del movimento5stelle che dica di tutela ambientale. no, aspetta…) “Una sola rete televisiva pubblica, senza pubblicità, indipendente dai partiti.” (…scherzo. ma loro no, pretendono di dire sul serio. anzi, peggio: scherzano pure loro, grillo&casaleggio, ma la gente sul serio ce li prende. eppure sull’ambiente di cosette da dire ne avrebbero! tipo la figuraccia del loro sindaco di parma sul termovalorizzatore sì / termovalorizzatore no. ma dài, meglio parlare di abolizione di province e canali tv.) “va cambiato l’attuale modello di sviluppo, responsabile dei cambiamenti climatici, del consumo senza limiti delle risorse, di povertà, squilibri e guerre. va fermato il consumo del territorio, tutelando il paesaggio, archiviando progetti come la tav in val di susa e il ponte sullo stretto di messina. va impedita la privatizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua. va valorizzata l’agricoltura di qualità, libera da ogm, va tutelata la biodiversità e difesi i diritti degli animali. vanno creati posti di lavoro attraverso un piano per il risparmio energetico, lo sviluppo delle rinnovabili, la messa in sicurezza del territorio, per una mobilità sostenibile che liberi l’aria delle città dallo smog.” (io stesso non avrei potuto dirlo meglio. “va cambiato l’attuale modello di sviluppo, responsabile dei cambiamenti climatici, del consumo senza limiti delle risorse, di povertà, squilibri e guerre” … RIVOLUZIONE CIVILE, what else?) grazie a tutte e tutti per la cortese attenzione! and now vote for… paolo andreozzi 5.II.2013 [CENSORED] caro pd - qualunque cosa tu avessi in mente quando dicevi 'prima l'italia', e tu abbia quando dici 'l'italia giusta' - il mio culo te l'ho già dato per 15 mesi. ora, se vuoi continuare a fare il frocio mettici il tuo. _____________________________________ questo da qualche parte si chiama - un tantino inelegantemente e pure politically uncorrect - 'fare il frocio col culo degli altri'. ma perdonatemi. dimissionato berlusconi, novembre 2011, c'era tanta tanta gente (tra cui me) che sperava si votasse subito: avremmo tutti votato centrosinistra, il centrosinistra avrebbe avuto la maggioranza assoluta a baffi stesi, bersani sarebbe stato premier, il governo sarebbe stato composto da donne e uomini di pd, sel, idv e forse anche da qualche altra brava persona di sinistra (di partito - altri, intendo - o non di partito), il nuovo parlamento a maggioranza progressista avrebbe intanto riscritto una legge elettorale per il futuro, intanto risolto il conflitto d'interessi, intanto abrogato un secchio di leggi ad personam, intanto cambiato i termini dello ius soli / ius geni e dei diritti delle coppie di fatto, intanto controriformato la scuola e l'università, e pure l'informazione, e soprattutto quel parlamento (ad ampissima maggioranza progressista) e quel governo (di centrosinistra puro) e quel premier (pierluigi bersani da bettola - PC) avrebbe affrontato la crisi nera dell'occupazione, dell'economia e della finanza in modi - era lecito aspettarsi - ben diversi da come poi invece monti e passera e fornero e grilli e patroni griffi e bondi eccetera. invece no. c'era tanta tanta gente (tra cui me) che avrebbe voluto questo, ma non bersani. lui, e il pd, vollero diversamente. per 'amore del paese', dissero. 'prima l'italia', dissero. 'vinceremmo a mani basse, ma invece vogliamo stabilità', dissero. ok, dissi io. vediamo questa stabilità. difficile far peggio di berlusconi, dissi io. il quale berlusconi, mi dissi, anche se non votiamo subito e anche se non avrò il piacere di vedere finalmente un bel centrosinistra all'opera, comunque sarà vituperato come merita anche da questa 'ricomposizione istituzionale a guida tecnica', dissi io. si è visto. ora il pd - dopo 15 mesi in cui non si è riscritta la legge elettorale, non si è risolto il conflitto d'interessi, non è stata abrogata una sola legge ad personam, non si sono cambiati i termini dello ius soli / ius geni e dei diritti delle coppie di fatto, non si sono controriformate la scuola e l'università, e manco l'informazione, e soprattutto la crisi nera dell'occupazione, dell'economia e della finanza la si sta affrontando nei termini che vogliono monti e passera e fornero e grilli e patroni griffi e bondi, con i voti del pd a tutte le loro misure - ora il pd, dicevo, mi ammonisce che il centrosinistra rischia di non vincere se non gli do il mio voto, che il centrosinistra invece deve vincere e vincere bene per governare stabilmente e fare la legge elettorale, il conflitto d'interessi, le leggi ad personam, lo ius soli / ius geni e le coppie di fatto, la scuola, l'università e l'informazione, e uscire finalmente dalla crisi nera dell'occupazione, dell'economia e della finanza, e mi dice che senza il mio voto utile pensa un po' si riconsegna il paese a berlusconi. e tutto per colpa mia, già. caro pd - qualunque cosa tu avessi in mente quando dicevi 'prima l'italia', e tu abbia quando dici 'l'italia giusta' - il mio culo te l'ho già dato per 15 mesi. ora, se vuoi continuare a fare il frocio mettici il tuo. io voto rivoluzione civile. paolo andreozzi 4.II.2013 IN TRINCEA stanno provando a sparargli con le armi sbagliate: le armi dell'austerità nel sociale, del liberismo nell'economia e - presto - dell'autoritarismo nella politica. e sbagliano inevitabilmente, visto che chi spara è la stessa classe che ha pensato e creato quei mostri, e che spera di poterli far fuori senza rimetterci nulla per tanta insania - planetaria e storica. invece le armi da usare sono tutt'altre. _________________________________ voto rivoluzione civile per un punto di analisi e un punto di 'fede'. l'analisi eccola. il modo neocapitalista globale di produzione e scambio di beni e significati (tecnicismo, ma il 'sistema' o il 'potere' van bene lo stesso) costituisce un salto di qualità inaudito nella serie di modelli socioeconomici 'vincenti' da molti secoli a questa parte. quelli del passato, i nostri avi migliori li hanno avversati per motivi di classe o per motivi umanitari - ma per onestà dobbiamo ammettere che il fatto che fossero appunto vincenti su quelli davvero arcaici (e grazie anche all'opera di 'temperamento' in senso democratico e socialista riuscita alle classi lavoratrici organizzate nei confronti di questi modelli), be' ha fatto sì che noi oggi siamo qui a scrivere anziché probabilmente in catena di montaggio. ma questo sistema presente è, per la prima volta, 'autodeterminantesi' - e visibilmente, lo è a dispetto (o nella migliore delle ipotesi: in totale indifferenza) dei bisogni primari della stragrande maggioranza degli umani, dei viventi, del pianeta stesso. pertanto è il nemico nostro, in quanto noi persone e non meri ingranaggi. non ci è antipatico. non più di quanto ci sia antipatico un virus, o un automa. ma dobbiamo combatterlo. come una specie di matrix, quello della trilogia al cinema. anzi, come una specie di un film dell'orrore. perché - lo vedete - dalle banche stanno uscendo mostri. i mostri dei quali una classe dirigente transnazionale del tutto inaffidabile ha nascosto là dentro gli embrioni, col beneplacito della grande maggioranza della gente comune. per guadagnare un po' di più - la gente - e per guadagnare enormemente di più, le élite. ma quelle creature artificiali del 'profitto senza valore' ora sono del tutto fuori controllo: continueranno a uscire dal fondo delle banche e a mangiarsi la vita. stanno provando a sparargli con le armi sbagliate: le armi dell'austerità nel sociale, del liberismo nell'economia e - presto - dell'autoritarismo nella politica. e sbagliano inevitabilmente, visto che chi spara è la stessa classe che ha pensato e creato quei mostri, e che spera di poterli far fuori senza rimetterci nulla per tanta insania - planetaria e storica. invece le armi da usare sono tutt'altre. e le hanno elaborate e le stanno predisponendo i partiti e le organizzazioni della sinistra europea e mondiale, i sindacati di ogni paese avanzato degni di questo nome, i movimenti intellettuali antagonisti. pertanto, diamo a tutti loro la nostra forza di semplici cittadini, democraticamente, e a milioni e milioni! cosa c'è nelle banche? gli incubi del nostro 'sviluppo senza progresso'. ma sconfiggerli si può ancora. un altro mondo è possibile! di più, necessario. (e di fronte a questa scala di problemi, a questa responsabilità nella sfida - scusate amici che votate movimento5stelle perché rinuncia al rimborso elettorale o perché porta solo facce nuove o perché ha un principio di rotazione delle cariche al suo interno o perché dice pane al pane e vino al vino alle assemblee di soci e padroncini -, mi sembra che scegliere e votare in base a cosa si dichiara su 'che ne sarà del palazzo', anziché su 'che ne sarà della mia vita', sia l'estremo favore elargito al sistema in agonia. anzi, non 'mi sembra': mi è totalmente chiaro.) e se il sistema non è altro che la traduzione in organizzazione socioeconomica e in sovrastruttura politicoculturale del culto della proprietà privata e del profitto individuale, ebbene noi siamo appunto quelli che per vincere il nemico mineranno quel culto (costasse anche qualcosa - o parecchio - in termini di confortevole e radicatissima abitudine di pensiero e di esistenza, a noi come singoli cittadini). siamo quelli che studiano forme diverse di civiltà umana - alcune già tratteggiate in teoria e perfino tentate in pratica - e che chiederanno a molti altri di sperimentarle. cosa ne sarà, posta pure la sconfitta del 'mostro'? e chi può dirlo? sarà vita solidale e sostenibile, in termini generici, ma poi lo vedranno le donne e gli uomini di quel presente. però ora bisogna disinnescare la bomba. la presente trincea è questa. qualsiasi altra analisi è ancora tutta ben dentro al sistema. e il punto di 'fede', per cui voto rivoluzione civile, è che in trincea - in questo momento, in europa - ci sono senz'altro, ripeto, i movimenti antagonisti popolari e intellettuali, tutti i sindacati degni di questo nome e, tra i partiti e le organizzazioni politiche, ci sta syriza, c'è il front de gauche, c'è izquierda unida, c'è linke, c'è respect... e c'è anche la nostra rivoluzione civile! ma è fede, questa - e non analisi -, perché rivoluzione civile è fenomeno davvero troppo giovane perché io possa dire 'provata' la sua appartenenza organica a quel fronte, che io considero il solo realisticamente (benché problematicamente) efficace per la lotta sopra descritta. ma siamo in guerra, per il mantenimento - e più in là, lo sviluppo - di una civiltà dal profilo umano e le prospettive umanizzanti. e in guerra, come si dice, ogni 'buco è trincea' - e bisogna decidere rapidamente, anche senza avere tutte le prove 'dei tempi tranquilli'. ora, poiché si vota fra tre settimane esatte... la questione del voto utile, della non-dispersione della forza elettorale, insomma: la principale, se non unica critica, che ci viene dagli amici che voteranno il pd o sel... dico ancora una cosa pure su questo. è dal 1991 che il maggior partito della sinistra italiana - si chiami pds o ds o pd, corra da solo o confederato nell'ulivo o nell'unione o nella coalizione di centrosinistra, sia una gioiosa macchina da guerra o una falange di sbranatori - invita tutti i 'pensanti progressisti' a riflettere sul fatto che qualsiasi voto non dato a lui stesso ma invece dato alla sua sinistra - si chiami rifondazione o sinistrademocratica o pdci o sinistra&libertà o sel o rivoluzionecivile - è un voto perso: di più, un voto che 'oggettivamente' fa il gioco della destra e dei poteri forti. e ammetto che, suicidatosi il 'mio' pci, personalmente questa 'seduzione della ragionevolezza' l'ho subita, votando sempre il 'maggior partito della sinistra italiana' comunque si chiamasse e si alleasse, benché i miei programmi politici ideali fossero sempre più vicini a quelli delle formazioni politiche alla sua sinistra, comunque si chiamassero. bene, posso quindi parlare a ragion veduta: a conti fatti il mio voto 'utile' è stato utilizzato nel modo che risulta dallo stato dell'arte, frutto oggettivo della dialettica ventennale tra governi e opposozioni, sia delle istituzioni di questo paese (legge elettorali, leggi ad personam), sia dei rapporti tra i poteri (conflitto d'interessi, leggi sull'informazione), sia dei diritti civili (unioni gay, fine vita, migranti) ,sia dei rapporti socioeconomici (art.18, riforma pensioni, precarizzazione), sia delle prospettive (scuola, università, cultura), sia dello 'strapotere delle lobby' (liberalizzazioni, commistioni), sia della dignità nazionale (verità stragi, trattative, guerre regionali). tutto considerato, adesso mi merito di 'sragionare' un poco. soprattutto se lo merita il paese: rivoluzione civile, convintamente! concludo con questo pensiero, sulla convinzione 'in generale'. slavoj zizek dice che all'epoca del socialismo reale jugoslavo, che lui conobbe in diretta, il regime non si curava affatto di nascondere i tanti episodi di corruzione degli 'apparati' e di malgoverno spiccio. in effetti, il distacco cinico della maggioranza della popolazione a causa di questa consapevolezza - la rassegnazione un po' rancorosa ma sterile -, risultava il miglior espediente di controllo dei vertici sulla base la quale, in tal modo, si autocontrollava da sé frustrando in partenza ogni speranza di cambiamento profondo che pure nascesse qua e là. si può esser d'accordo o meno con zizek riguardo all'esattezza della sua 'fotografia' della stagione di tito (a me, per esempio, che andavo da piccolo in vacanza in jugoslavia, sembra un po' ingenerosa - più adatta alla situazione sovietica con breznev per come la descrive, per esempio, quell'altro fico di sergei dovlatov... ma qui non rileva). tuttavia è innegabile che a tutte le latitudini e in tutti i tempi, e con ogni sistema socioeconomico, il potere tenda a 'risparmiare' più possibile nel controllare i propri governati: esso attuerà delle politiche di coercizione attiva, più dispendiose, solo se saranno fallite quelle di 'demoralizzazione' a costo quasi-zero. tra le quali brillano le apparenti fughe di notizie sull'immoralità del potere stesso e dei suoi funzionari offerte al pubblico non come prodotto d'inchiesta finalizzato al cambiamento, ma come dimostrazione che tanto sono tutti uguali e tutti rubano alla stessa maniera - ecco la tesi di zizek! striscia la notizia e le jene - per dirne un paio - sono il contrario del cane da guardia della democrazia coscienziosa (quello semmai è report, o presa diretta), bensì la prima sirena del populismo rinunciatario. ecco perché sono così contento che in questo lungo periodo pre-elettorale venga invece detta e scritta ovunque in tante sfumature diverse, anche così distante dalla mia personale (quanto poi al voto), tutt'altra parola d'ordine della cittadinanza attiva: io non rinuncio, io me ne occupo, io m'informo, io discerno, io scelgo, io spero, io agisco. magari cambiare si può, stavolta, per davvero. paolo andreozzi 29.I.2013 S'E' DETTO, SI FA la proposta e la battaglia politica, anche quando sembrano essere le più utopistiche, sono sempre una ribellione non solo contro la realtà dei fatti ma anche contro l'idea artificiosa che essa sia immutabile. la proposta e la battaglia politica parlano di ciò che sembra fantastico e irrealizzabile solo a quelli che hanno perduto la capacità delle intuizioni più semplici - quelle intuizioni che danno la prova della realtà in movimento. __________________________________ intanto, l'appuntamento. "Conferenza stampa presentazione Legge Ingroia-Latorre Martedì 29 gennaio h. 17. LA CONFERENZA E’ APERTA A TUTTI !!!! Come già accennato, ricordiamo l'appuntamento per la presentazione della proposta di legge “Ingroia-Latorre” per l'aggressione ai patrimoni mafiosi, alla grande evasione e alla corruzione. Si terrà presso la sala del Garante della Privacy in piazza Montecitorio 123a. Come sapete la presentazione di questa proposta è uno dei punti cardine della campagna elettorale, quindi l'obiettivo è quello di cercare di rendere l'evento il più visibile e partecipato possibile. Venite, diffondete." poi, un ragionamento. voto rivoluzione civile perché, per esempio... perché l'illegalità e l'indegnità al potere possono narcotizzare una generazione, ma poi basta. e s'era detto. http://www.youtube.com/watch?v=w3tqk5tv7aE perché però le cose non succedono da sole, per fluidi magici, ma bisogna organizzarsi - studiare tanto e un po' agitarsi. e s'era detto. http://www.youtube.com/watch?v=FO5kgS7rO1k perché piuttosto che far scrivere una nuova legge elettorale da questi banditi, meglio votare così. e s'era detto. http://www.youtube.com/watch?v=FrzLipFUCPw perché una bella iniezione di società civile concorra ai posti tradizionalmente esclusiva del ceto politico. e s'era detto. http://www.youtube.com/watch?v=iTW0pIUzrOc perché ecco il ritorno in voga di un'idea socialdemocratica e comunitaria contro i dogmi neoliberisti. e s'era detto. http://www.youtube.com/watch?v=hKkhqkFUoAQ perché la sinistra anticapitalista deve riunire le sue anime, ma dietro un garante che non sia di nessuna. e s'era detto. http://www.youtube.com/watch?v=hf7hMaWpMUA perché proviamo un simbolo con quarto stato in contro luce, per evocare una nuova cittadinanza attiva in marcia. e s'era detto. (vedi i primi fotogrammi del terzo video sopra questa linea.) perché l'antipolitica è un fuoco di paglia, la crisi stessa lavora per l'acquisto di coscienza e la gente vuole votare. e s'era detto. http://www.youtube.com/watch?v=pI1ld8kZVRo perché se le nostre belle istanze di cambiamento non tentiamo di farle arrivare nei luoghi del potere istituzionale, perdiamo solo tempo. e s'era detto. http://www.libera.tv/videos/3975/cambiare-si-puound039---andreozzi.html perché qualunque idea antagonista e ogni altro modello socioeconomico alternativo, o si mostrano europei o è inutile. e s'era detto. (su facebook giusto due giorni fa... "perché, compagne e compagni di rivoluzione civile, non organizziamo una bella manifestazione di piazza - o teatro - in cui il nostro progetto venga pubblicamente appoggiato da rappresentanti di front de gauche, syriza, linke, izquierda unida, l'inglese respect...?") perché ci vuole una proposta di legge per la confisca dei beni e mezzi d'impresa antisociali. e s'era detto pure questo! http://www.youtube.com/watch?v=BD2AAKjrk_k s'era detto, e registrato e scritto. e con rivoluzione civile ora si è fatto - o si fa, o lo si dichiara, ora. si è fatto, o si fa o lo si dichiara, senza nessun merito da parte mia - questa è la cosa più bella! diciamo... come cambiare l'italia senza contare un cazzo. e senza smettere di lavorare, di andare al cinema e in bici, di leggere e fare l'amore. :D alla luce di tutto ciò, se non votassi rivoluzione civile solo perché come progetto politico-elettorale avrebbe ancora qualche margine di miglioramento, sarei matto. quindi, compagne e compagni, ci vediamo OGGI POMERIGGIO alla conferenza stampa così come ci chiede chi organizza il movimento, anche solo per far numero - e io non vedevo l'ora che qualcuno mi dicesse in che modo, semplicemente, potessi dare una mano! concludo parafrasando joyce. la proposta e la battaglia politica, anche quando sembrano essere le più utopistiche, sono sempre una ribellione non solo contro la realtà dei fatti ma anche contro l'idea artificiosa che essa sia immutabile. la proposta e la battaglia politica parlano di ciò che sembra fantastico e irrealizzabile solo a quelli che hanno perduto la capacità delle intuizioni più semplici - quelle intuizioni che danno la prova della realtà in movimento. paolo andreozzi 26.I.2013 IL LAVORO La storia della Cgil è stata attraversata da discriminazioni e persecuzioni, ma alla fine ha saputo sempre sconfiggerle. Ha combattuto il regime fascista, ha ricostruito l’Italia con la spinta di Giuseppe Di Vittorio, ha emancipato la dignità di chi lavora con Bruno Trentin, ha battuto Berlusconi quando Sergio Cofferati vinse la battaglia per impedire la cancellazione dell’art. 18. ________________________________ votorivoluzionecivileperché, per esempio, antonio ingroia ha scritto questa lettera aperta alla cgil. “Care amiche e amici della Cgil, vi scrivo per riassumere ciò che avrei detto se fossi stato invitato ad intervenire alla vostra conferenza sul programma, al pari degli altri candidati per la Presidenza del Consiglio. Rivoluzione Civile – Lista Ingroia ha ben chiaro chi sono gli avversari da battere con il voto: Berlusconi, cioè la destra caciarona e impresentabile, e Mario Monti, rappresentante numero uno di quei professori in loden che hanno deciso la drammatica controriforma delle pensioni. Quella ‘destra perbene’ ha colpito in maniera pesantissima tutti i lavoratori e i pensionati, ma soprattutto le donne, ha creato la tragedia sociale degli esodati, ha cancellato l'art.18 ha confermato e aggravato tutte le forme di precariato. In compenso, non ha saputo mettere in campo alcun intervento che incidesse sulle fasce privilegiate, sulla Casta politica, sugli immensi sprechi ben esemplificati dalle auto blu o dalla pletora di consigli d'amministrazione clientelari. Soprattutto, non ha fatto nulla, zero assoluto, quanto a politiche industriali di ampio respiro. Invece mai come in questo momento, nel cuore della crisi, è urgente che ci sia un governo capace di offrire al Paese un indirizzo lungimirante sui settori strategici. Sui capitoli da cui dipende la qualità della vita e il futuro del Paese - sanità, scuola, università, ricerca – la continuità tra i governi Berlusconi e Monti è totale. Continuano i tagli lineari, le privatizzazioni striscianti, la totale precarietà. In questa plumbea cornice si sono moltiplicati attacchi sempre più profondi contro i diritti e le libertà dei lavoratori. Siamo di fronte a un assedio che sta progressivamente riportando la condizione dei lavoratori e lo stato delle relazioni industriali indietro di un secolo e oltre. Il punto fondamentale, per me e per il mio programma politico, è invece la piena e totale applicazione della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, prima di tutto in materia di libertà civili e sindacali. Ritengo fondamentale e imprescindibile la libertà per i lavoratori di votare sempre gli accordi che li riguardano, di votare sempre i propri rappresentanti e di potersi di iscrivere liberamente al sindacato che vogliono. La storia della Cgil è stata attraversata da discriminazioni e persecuzioni, ma alla fine ha saputo sempre sconfiggerle. Ha combattuto il regime fascista, ha ricostruito l’Italia con la spinta di Giuseppe Di Vittorio, ha emancipato la dignità di chi lavora con Bruno Trentin, ha battuto Berlusconi quando Sergio Cofferati vinse la battaglia per impedire la cancellazione dell’art. 18. Quelli che allora erano in piazza con voi e con noi, hanno votato oggi, senza batter ciglio, quell'eliminazione dell’art. 18 che non era riuscita 10 anni fa. È dunque per me un impegno di grande valore democratico quello di assumere nel nostro programma l’approvazione di una legge per la democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro e la cancellazione delle leggi Fornero sui licenziamenti e sulle pensioni. Ci impegniamo a combattere la precarietà cancellando le oltre 40 forme di contratto precario per i giovani considerando l’apprendistato come il vero contratto di inizio lavoro. Riteniamo utile, in questa fase di transizione, garantire un reddito minimo almeno per i periodi di vuoto retributivo e previdenziale. Oggi, come anche i dati della Cgil dimostrano, è possibile una scelta alternativa a quella di Berlusconi e Monti. Noi lavoriamo per questo: per un governo di centrosinistra che rompa con le logiche monetariste del fiscal compact, con quelle devastanti della guerra e degli armamenti, con un modello di sviluppo che distrugge l’ambiente e la salute dei cittadini mentre ignora i diritti umani fondamentali. Tutto questo, però, non può essere fatto a braccetto con chi quei modelli sciagurati li ha teorizzati, perseguiti e praticati, come Berlusconi e Monti. Proprio perché noi siamo disponibili alla costruzione di questa alternativa di governo, ma siamo altrettanto fermamente indisponibili a ogni accordo con chi persegue politiche opposte alle nostre, Rivoluzione Civile rappresenta oggi il vero voto utile per impedire che si realizzi il progetto sciagurato, già annunciato e temo per molti versi già deciso, di un governo Pd-Monti. Non è questione di pregiudiziali ideologiche ma di scelte pragmatiche e concrete. Noi lavoriamo per l’unità del mondo del lavoro: la destra di Berlusconi e Monti si è adoperata e promette di adoperarsi ancor più in futuro per dividere e per isolare le forze sindacali che non accettano le loro condizioni. La destra italiana ha usato la crisi per distruggere il Contratto Nazionale, abolire l'art. 18, cancellare i diritti minimi per i giovani, abbattere le libertà dentro e fuori i luoghi di lavoro. Noi vogliamo marciare in direzione opposta. E l’autonomia dei sindacati dai partiti e dai governi è un valore da conquistare e da rispettare. Di tutto questo mi sarebbe piaciuto discutere con voi, ma sono sicuro che non mancheranno altre occasioni di incontro con i pensionati e poi nelle scuole, negli ospedali, nelle fabbriche, dove ogni giorno lavorate garantendo il funzionamento dell’Italia. L'obiettivo comune è quello di restituire al lavoro tutto il valore, tutta la dignità e tutta la libertà necessaria per portare il Paese fuori dalle secche della recessione e della depressione.” compagne e compagni di rivoluzione civile, grazie! paolo andreozzi 25.I.2013 UN'ALTRA VITA il sistema aveva esaurito le risorse materiali, aveva conquistato tutto, aveva estratto tutto, aveva venduto tutto: era finito. ma qualcuno ha avuto la geniale idea di attingere alle risorse non materiali, alle voglie, alle smanie, alle paure, alle speranze delle donne e degli uomini. è stato instillato il seme. il resto l'avete fatto da voi, con un trapianto d'anima su scala di massa. ________________________________ nel 2012, in italia sono nate 380.000 nuove imprese e ne sono morte 360.000. posti di lavoro persi, produzioni interrotte, infrastrutture abbandonate, contratti disonorati, debiti, crisi personali, ferite sociali. ma cos'è questa follia di credersi tutti pesci d'altura, salvo poi spiaggiarsi in massa e crepare? e non si contano più le famiglie con un mutuo da pagare per la casa, che se prima era solo tanto faticoso - quando il lavoro c'era, e con esso del reddito sicuro - ora è semplicemente l'ascensore per la cantina delle nuove povertà. porte bloccate, caduta libera. ma cos'è stata questa chiamata del sistema dei nostri ultimi decenni, questa vocazione indotta alla proprietà a tutti i costi, all'impresa di se stessi come unica realizzazione esistenziale? è stato che il sistema, per replicarsi più a lungo possibile così com'era (ed è), aveva esaurito le risorse materiali, aveva conquistato tutto, aveva estratto tutto, aveva venduto tutto: era finito, salvo cambiare radicalmente. ma qualcuno, ai piani alti, ha avuto la geniale idea di attingere alle risorse non materiali, alle voglie, alle smanie, alle paure, alle speranze delle donne e degli uomini. è stato instillato il seme: dovete possedere, dovete rischiare, dovete voler vincere, dovete voler delimitare e distinguervi. il resto l'avete fatto da voi, con un trapianto d'anima su scala di massa. per qualche decennio è durata. ora sembra una di quelle cripte costruite con le ossa di chi man mano tira le cuoia. non vi fanno pena i vostri femori, i vostri teschi, a fondamenta di una reggia che non abiterete mai? non vi fa rabbia che cadrà comunque, salvo qualche altra invenzione contro la vita? io? io non possiedo la casa in cui dimoro, né nessun'altra. e lavoro alle dipendenze di qualcuno, precisamente della collettività. ho impostato la mia esistenza perché questi due punti fermi restassero tali. stirando un po' il concetto... io forse ho confuso il piacere e l'amore / ma no, non ho creato dolore. ma un'altra vita, concretamente, è possibile? john holloway, in crack capitalism, dice che c'è tantissima gente al mondo che già ora fa un'altra cosa rispetto a 'fare il capitalismo'. non lo so. non so se io sia capace di scelte personali tanto radicali da vivere come uno zapatista, per esempio. ma so per certo che non potrà far che bene a me, alle persone che amo e a questo paese, se nel parlamento italiano siederanno donne e uomini che hanno un'idea (e una pratica) dell'esistenza che non si risolve nella proprietà e nell'impresa, bensì nella socialità e nella sostenibilità, nell'equità e nella civiltà. donne e uomini - in buona sostanza - che accettano la responsabilità di essere umani, diventare umani, restare umani, difendere umani. dal programma di rivoluzione civile: Vogliamo realizzare una rivoluzione civile per attuare i principi di uguaglianza, libertà e democrazia della Costituzione repubblicana. Vogliamo un’Europa autonoma dai poteri finanziari e una riforma democratica delle sue istituzioni. Accanto al Pil deve nascere un indicatore che misuri il benessere sociale e ambientale. Affermiamo la laicità dello Stato e il diritto all’autodeterminazione della persona umana. Siamo per una cultura che riconosca le differenze. Va cambiato l’attuale modello di sviluppo, responsabile dei cambiamenti climatici, del consumo senza limiti delle risorse, di povertà, squilibri e guerre. Va impedita la privatizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua. Vogliamo garantire a tutte e tutti l’accesso ai saperi, perché solo così è possibile essere cittadine e cittadini liberi e consapevoli. Vogliamo valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico. Va promossa la cooperazione internazionale e l’Europa deve svolgere un’azione di pace e disarmo in particolare nell’area mediterranea. Vogliamo una nuova stagione di democrazia e partecipazione. sembra abbastanza un'altra vita. ed è possibile. paolo andreozzi 24.I.2013 IL GIOCO DELLA VERITA' sono almeno quarant'anni che i grandi decisori del sistema sanno che il sistema medesimo è intrinsecamente in crisi. e tutto quello che è successo in occidente - italia compresa - dalla deregulation alle torri gemelle, dal grande papato alla caduta del muro, dalle centrali nucleari alle bolle immobiliari, dal riflusso a berlusconi, non è stato altro che una serie di ricette applicate affinché il sistema galleggiasse sopra una crisi che non si può risolvere tenendo fermi i suoi dogmi secolari: mercato, profitto, proprietà. i dogmi galleggiano, e l'equità sociale (benessere, democrazia, pace) va sotto. ______________________________________ il gioco della verità di confindustria. dice squinzi che siamo arrivati all'ultimo minuto per salvare il paese. vero. dice che ci sono parametri fondamentali della nostra situazione che non è che cambino a seconda di chi vinca le lezioni. vero. dice che il pil dal 2007 a oggi è calato del 7%. vero. dice che la disoccupazione è ormai oltre il 12%, e che al sud è peggio e che tra i giovani è peggio e che tra i giovani del sud è peggio del peggio. vero. dice che se non cambiamo profondamente modello non c'è che un doloroso declino. vero. dice che bisogna aumentare la flessibilità nel mondo del lavoro. prego? dice proprio così. FALSO. vedete? si può esser d'accordo fino a cinque volte consecutivamente perfino col presidente di confindustria, ma poi accorgersi al sesto punto e decisivo che loro vogliono una cosa e voi l'esatto contrario! vale per confindustria come per chiunque. quindi, occhio: fino in fondo, con tutti. la liberalizzazione, la flessibilità, l'onnipotenza del mercato, la rinuncia alla minima concertazione o pianificazione pubblica, non possono essere la soluzione poiché sono il problema: se non si capisce questo, allora tanto vale volere un tea party anche in italia - altro che monti! invece, per esempio, allo stesso gioco della verità RIVOLUZIONE CIVILE offre le medesime cinque affermazioni di squinzi, solo che per sesta precisa: "Siamo contrari al Fiscal Compact che taglia di 47 miliardi l’anno per i prossimi venti anni la spesa, pesando sui lavoratori e sulle fasce deboli, distruggendo ogni diritto sociale, con la conseguenza di accentuare la crisi economica. Accanto al Pil deve nascere un indicatore che misuri il benessere sociale e ambientale. Non vogliamo più donne e uomini precari. Siamo per il contratto collettivo nazionale, per il ripristino dell’art. 18 e per una legge sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro. Vogliamo creare occupazione attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, politiche industriali che innovino l’apparato produttivo e la riconversione ecologica dell’economia. Vogliamo introdurre un reddito minimo per le disoccupate e i disoccupati. Vogliamo che le retribuzioni italiane aumentino a partire dal recupero del fiscal drag e dalla detassazione delle tredicesime. Vogliamo difendere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro." bello differente, no? VERO! il gioco della verità di monti. monti , a davos tra i grandi decisori del sistema, dice: "abbiamo la colpa di non aver capito subito che la crisi aveva ed ha dimensioni sistemiche, ma adesso ci è chiaro e ci muoviamo di conseguenza". "...non aver capito subito..." uhm. ora però leggete qua. "Se l'attuale tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della produzione di cibo e dello sfruttamento delle risorse continuerà inalterato, i limiti dello sviluppo su questo pianeta saranno raggiunti in un momento imprecisato entro i prossimi cento anni. Il risultato più probabile sarà un declino improvviso ed incontrollabile della popolazione e della capacità industriale. È possibile modificare i tassi di sviluppo e giungere ad una condizione di stabilità ecologica ed economica, sostenibile anche nel lontano futuro. Lo stato di equilibrio globale dovrebbe essere progettato in modo che le necessità di ciascuna persona sulla Terra siano soddisfatte, e ciascuno abbia uguali opportunità di realizzare il proprio potenziale umano." ops! e questa cosa è stata scritta non oggi né da anticapitalisti, bensì dal massachussets institute of technology per conto del club di roma: è la premessa del famoso studio "i limiti dello sviluppo", ed è del 1972. quindi monti o è un povero scemo, e stiamo proprio in buone mani, oppure mente sapendo di mentire. e lo stesso vale per chi lo attornia, chi l'ha sostenuto e chi vi collaborerà. perché sono almeno quarant'anni, invece, che i grandi decisori del sistema sanno che il sistema medesimo è intrinsecamente in crisi. e tutto quello che è successo in occidente - italia compresa - dalla deregulation alle torri gemelle, dal grande papato alla caduta del muro, dalle centrali nucleari alle bolle immobiliari, dal riflusso a berlusconi, dalla stretta sui salari alla follia dei derivati, non è stato altro che una serie di ricette applicate affinché il sistema galleggiasse sopra una crisi che non si può risolvere tenendo fermi i suoi dogmi secolari: mercato, profitto, proprietà. i dogmi galleggiano, e l'equità sociale (benessere, democrazia, pace) va sotto. la lotta è precisamente questa. ma forse ora in campo c'è qualche fattore nuovo, tipo che tantissima gente ne è consapevole sulla propria pelle. il resto è fuffa. paolo andreozzi 23.I.2013 GIOCHIAMOCELA COSI' i voti arriveranno a rivoluzione civile dalle cittadine e dai cittadini che da tanto non credono a un'offerta politica qualsiasi, o da chi ha per un attimo creduto alle scorciatoie fischiettate dagli anticasta, o dai tantissimi indecisi ancora. e se strapperemo un voto al non-voto, allora avremo fatto bene. e se ne strapperemo uno al movimento5stelle, altrettanto. e altrettanto se ne orienteremo uno dall'indecisione pura. ma se toglieremo un voto al centrosinistra dovrà essere non perché abbiamo fatto campagna contro pd e sel, ma perché abbiamo parlato del nostro programma, semplicemente, e perché cittadine e cittadini, venendone a conoscenza da persone di cui hanno fiducia, l'hanno stimato superiore a quello della coalizione a guida bersani. ______________________________________ scusate, compagne e compagni, ma io credo - anzi, sono sicuro - che una campagna elettorale contro il centrosinistra non sia il nostro compito politico. ripeto: non. e non perché il centrosinistra non lo meriti 'moralmente' (visto quello che stanno dicendo e scrivendo le sue voci ufficiali, politiche e mediatiche, contro rivoluzione civile - e addirittura anche altre voci, 'indipendenti', che con le scuse più inconsistenti attaccano rivoluzione civile 'da sinistra' sui mezzi di comunicazione che comunque al centrosinistra sono 'organici': gruppo repubblica-espresso, tg3, rainews). bensì, perché non ce lo meritiamo noi, compagne e compagni di rivoluzione civile. politicamente, intendo. perché invece ci meritiamo, finalmente, una campagna elettorale 'per', e non più 'contro' - dopo tutti gli anni passati a giocare costretti in difesa contro il panzer della pura e semplice illegalità al potere! o stavi con berlusconi - come milioni di sudditi e migliaia di complici - o stavi contro, come noi tutti ma ora schierarsi 'per' è possibile, ora che l'illegalità è uscita dal palazzo e non rischia di rientrarvi, ora che si combatte tra idee politiche e modelli socioeconomici in reciproca alternativa, ora che la costituzione formale la rispettano tutte le forze in lizza per la vittoria - ora si può far campagna 'per': e a noi, a fronte di quelli che la fanno per le classi che guidano (al disastro) il sistema, spetta di farla per le classi che lo subiscono - in sintesi, per l'applicazione anche sostanziale della costituzione medesima. io credo - anzi, sono sicuro - che i voti arriveranno a rivoluzione civile dalle cittadine e dai cittadini che da tanto non credono a un'offerta politica qualsiasi, o da chi ha per un attimo creduto alle scorciatoie fischiettate dagli anticasta (sì, è un rasoio la lingua di grillo - ma quando affoghi nella crisi ti attacchi anche a quello per non sentirti più giù), o dai tantissimi indecisi ancora. e se strapperemo un voto al non-voto, allora avremo fatto bene. e se ne strapperemo uno al movimento5stelle, altrettanto. e altrettanto se ne orienteremo uno dall'indecisione pura (magari tra quell'opinione di ispirazione radicale lasciata - giustamente - attonita dall'ennesima capriola cinica di pannella). ma se toglieremo un voto al centrosinistra - o meglio: all'area più avanzata del pd e a sinistra ecologia e libertà (del resto del centrosinistra non parlo, lo assimilo direttamente al centro montiano) - dovrà essere non perché abbiamo fatto campagna contro quei partiti, ma perché abbiamo parlato del nostro programma, semplicemente, e perché cittadine e cittadini, venendone a conoscenza da persone di cui hanno fiducia, l'hanno stimato superiore a quello della coalizione a guida bersani. tutto qua. rivoluzione civile scrive, nel proprio programma, cose come queste. "Vogliamo un’Europa autonoma dai poteri finanziari e una riforma democratica delle sue istituzioni. Siamo contrari al Fiscal Compact che taglia di 47 miliardi l’anno per i prossimi venti anni la spesa, pesando sui lavoratori e sulle fasce deboli, distruggendo ogni diritto sociale, con la conseguenza di accentuare la crisi economica. Il debito pubblico italiano deve essere affrontato con scelte economiche eque e radicali, finalizzate allo sviluppo, partendo dall’abbattimento dell’alto tasso degli interessi pagati. Accanto al Pil deve nascere un indicatore che misuri il benessere sociale e ambientale." e "Non vogliamo più donne e uomini precari. Siamo per il contratto collettivo nazionale, per il ripristino dell’art. 18 e per una legge sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro. Vogliamo creare occupazione attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, politiche industriali che innovino l’apparato produttivo e la riconversione ecologica dell’economia. Vogliamo introdurre un reddito minimo per le disoccupate e i disoccupati. Vogliamo che le retribuzioni italiane aumentino a partire dal recupero del fiscal drag e dalla detassazione delle tredicesime. Vogliamo difendere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro." e "Va cambiato l’attuale modello di sviluppo, responsabile dei cambiamenti climatici, del consumo senza limiti delle risorse, di povertà, squilibri e guerre. Va fermato il consumo del territorio, tutelando il paesaggio, archiviando progetti come la TAV in Val di Susa e il Ponte sullo Stretto di Messina. Va impedita la privatizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua. Va valorizzata l’agricoltura di qualità, libera da ogm, va tutelata la biodiversità e difesi i diritti degli animali. Vanno creati posti di lavoro attraverso un piano per il risparmio energetico, lo sviluppo delle rinnovabili, la messa in sicurezza del territorio, per una mobilità sostenibile che liberi l’aria delle città dallo smog." e "Va ricondotta la funzione dell’esercito alla lettera e allo spirito dell’articolo 11 della Costituzione a partire dal ritiro delle truppe italiane impegnate nei teatri di guerra. Va promossa la cooperazione internazionale e l’Europa deve svolgere un’azione di pace e disarmo in particolare nell’area mediterranea. Vanno tagliate le spese militari a partire dall’acquisto dei cacciabombardieri F35." compagne e compagni, non vedete? è il programma in sé che si pone come ben altra cosa da ciò che il centrosinistra dichiara di voler fare una volta al governo. (per non parlare di ciò che sarà costretto a fare, con quell'accordo post-elettorale con monti che bersani non si cura di nascondere troppo.) il programma, le cose, il modello. e la gente non è stupida. questo dev'essere il nostro assioma: il rispetto dell'intelligenza dei nostri concittadini, dell'intelligenza 'evoluta' ma anche più prosaicamente di quella che fa dire "io non sto bene, come posso accrescere la probabilità di star meglio domani?". ecco. lasciamo la propaganda 'sorda', politicista (il voto 'utile') e mercenaria o autistica (l'occasione 'persa'), a chi non ha altro da dire. noi invece facciamo politica: diciamo solo alla gente cosa vogliamo fare, e come - il perché lo sanno già tutte e tutti. giochiamocela così. è più bello! vinciamo! paolo andreozzi 22.I.2013 QUATTRO PENSIERI TRA DUE FUOCHI ho sentito cantare i versi di italo calvino sulla resistenza. ho sentito narrare degli schiavi siciliani che seguirono spartaco, dei contadini poveri tedeschi che diedero forza a thomas muntzer. ho sentito parlare nel bellissimo spagnolo dei latinoamericani, e dire della lotta e della speranza venezuelana e cubana. ho visto messi in fila tantissimi buoni motivi per il voto utile - ma utile sul serio: utile perché in parlamento ci sia chi vuole l'articolo 18, chi vuole la pace, chi vuole combattere il conflitto d'interessi, chi vuole l'applicazione integrale e sostanziale della costituzione... ho sentito sbugiardare, numeri economici e serie storiche alla mano, tutte le tesi del pensiero unico dominante. ho sentito dire che un modello economico alternativo potrebbe essere per esempio la nuova politica economica di lenin, dei primi anni venti. ho visto rappresentare il socialismo come la riconversione che penso anche io da tanto tempo. ___________________________________ da una parte c'è l'unità, "giornale fondato da antonio gramsci" (e buon compleanno a te grande antonio), che ogni giorno caga un titoletto contro rivoluzione civile che feltri, belpietro e sallusti avrebbero qualche remora a dare in stampa. il che dice quanto (parecchio) sia disposto il centrosinistra a pagare moralmente pur di mandare in porto il matrimonio con la stanza dei bottoni del neoliberismo by monti&marchionne. dall'altra ci sono i compagni "migliori di tutti" che dicono che rivoluzione civile non avrebbe messo in lista questo e quello per sottostare ai diktat di ferrero, di pietro e diliberto, e però non si prendono il disturbo di guardarle davvero quelle liste e di leggere le dichiarazioni dei candidati, che più antagoniste di così sarebbe zapatismo. gente cara, ma se non volete che cambi un cazzo non dovete proprio far nulla - a che pro diffamazioni e vittimismi? sprecate zuccheri preziosi a spendervi per il mantenimento dello stato di cose presente: ci penseranno da sé i principi della termodinamica. vorrà dire che quando il sistema, dopo aver tolto ogni diritto ai vostri vecchi pensionati e ai vostri figli precarizzati, vi ordinerà pure di mettervi di guardia con un fucile scalcinato a un barile di benzina nel deserto, voi allora bestemmierete contro l'entropia universale. ma non v'azzardate a farlo contro il coraggio politico di qualcun altro, che avrete fatto di tutto per vanificare - solo questo vi chiedo. salvatore borsellino, che per fortuna è un gran cittadino e una grande persona, l'ha già detto e ridetto che vota e sostiene rivoluzione civile e ingroia personalmente! ha detto che gli dispiace per calasanzio e undiemi, che hanno rinunciato a stare in lista, che c'è stato fraintendimento e forse troppa superficialità, ma che capisce i tempi ridottissimi, le tante forze in campo e però è convinto della scelta ribadita. ma questo è borsellino, uno che da sempre ci mette tutto se stesso. è una storia, è una vita, è dolore, è verità. ma gli altri. gli altri che si stracciano le vesti sono gli indignati da divano, ai quali non sta bene niente a prescindere, per i quali la strada imboccata dal movimento reale non è mai quella giusta, che ne sanno sempre una più di tutti, che se solo si facesse come dicono loro, che poi tanto so' tutti uguali, quelli che stanno sempre in cattedra come solo gli impotenti e i falliti, e che infatti nessuno ha mai visto dire o fare 'a' di utile là dove si dicono e si fanno le cose vere - e non lo scaccolamento 2.0 sul web. sono queste e questi sfigati, la zavorra del cambiamento: il fuoco amico! li conosciamo, purtroppo, perché tra l'altro non avendo un cazzo da fare ed essendo in un modo qualsiasi 'garantiti' nel loro status socioeconomico, li abbiamo visti e li vediamo sempre agitarsi sulla rete, perder il tempo loro e provare a farci perdere il nostro - godendone autisticamente. riescono pure a comparire nella 'realtà', a volte, ma trasferiscono anche lì la loro totale dis-attitudine alla costruzione, la loro coazione al resettaggio continuo e paralizzante di qualunque strategia efficace. in nome di non si sa che. oh, se li conosciamo - nati nell'ombra umida dell'età berlusconiana, quando la politica sembrava morta e viveva solo questa specie di reality lamentoso e livido. sono sopravvissuti a lungo, come miracolati dello pseudoattivismo, e guadagnandosi una rendita di posizione infinitamente sopravvalutata rispetto a una qualunque misurazione di loro intelligenza politica, onestà intellettuale, semplice energia vitale. alla fine manco voteranno - se per quel giorno non avranno un altro buon motivo per uscire da casa, magari anche solo per pontificare di metodi e purezza e nuovo mondo ai gatti nel parcheggio. be', gente: di buono c'è che con questa serie di appuntamenti elettorali, arriviamo al pettine - e questi noderelli inforforiti cadono nel nulla da cui provengono, e dove in fondo stanno a miglior agio. ce li togliamo dal culo! la gente italica è tutta un programma. nei lunghi anni in cui - parecchio forzatamente rispetto alla stessa normativa - vivevamo il braccio di ferro elettorale tra centrodestra e centrosinistra, con l'inevitabile riduzione a due soltanto delle tante sfumature di adesione politica, era difficile trovare chi non stesse o di qua o di là: sostanzialmente, o stavi con berlusconi o stavi contro. era facile. anche perché dichiararsi non cambiava niente: tanto vinceva o berlusconi, o qualcuno che restava in carica troppo poco e troppo confusamente perché poi berlusconi non rivincesse. viceversa, proprio ora che le possibilità si sono oggettivamente ampliate - adesso che c'è un polo di destra (pdl + lega), uno di centrodestra (monti), uno di centrosinistra (pd + sel), uno di sinistra (rivoluzione civile), uno antisistema (grillo), oltre a tanti altri poletti che rappresentano altrettante declinazioni programmatiche o anche solo suggestioni mediatiche -, ebbene ora leggo di una quantità di persone (e più sono 'in vista' più la tendenza è questa) che proprio non riescono a decidersi per un outing schietto e convinto. rispondono a tutte le proposte o 'proprio no' oppure 'ni' o infine 'sarebbe sì, ma invece'. perché? perché ora schierarsi vuol dire non più essere contro qualcuno, ma finalmente per qualcosa: per le classi che guidano o viceversa per le classi che subiscono. e gli italiani contemporanei - almeno in maggioranza - preferiscono mangiare pezzi di vetro piuttosto che argomentare pubblicamente in cosa credono, e non solo strillare chi gli sta sul cazzo. heinrich bruning, cattolico di centro ed esperto di finanza, fu nominato cancelliere della repubblica di weimar nel 1930; governò con l'appoggio dei suoi e dei socialdemocratici, applicando una ricetta di rigore e tagli per far fronte al debito e al deficit commerciale in piena grande depressione. solo che la sua agenda schianta le classi popolari tedesche al punto che di lì a poco un pazzo criminale riceverà da esse il passi democratico per precipitare la germania, l'europa e il mondo nell'orrore puro. quando si dice 'sbagliare i calcoli'. proprio ieri è stato fatto dalla stampa un accostamento tra bruning e monti, e tra l'spd dell'epoca e il pd nostrano. non ha osato tanta impertinenza l'organo ufficiale della linke o di syriza, e nemmeno il nostro manifesto. l'ha scritto il financial times. compagne e compagni del voto utile, che vi apprestate a sostenere il centrosinistra col naso turato purché non vinca berlusconi - che come vedete, con gli scenari reali c'entra come una puttana a un duello -, prima di turarvelo date una letta a quell'autorevole foglio inglese, e poi magari soffiatevici pure il mocciolo di un piantarello. io invece ho sentito cantare i versi di italo calvino sulla resistenza. ho sentito narrare degli schiavi siciliani che seguirono spartaco, dei contadini poveri tedeschi che diedero forza a thomas muntzer. ho sentito parlare nel bellissimo spagnolo dei latinoamericani, e dire della lotta e della speranza venezuelana e cubana. ho visto messi in fila tantissimi buoni motivi per il voto utile - ma utile sul serio: utile perché in parlamento ci sia chi vuole l'articolo 18, chi vuole la pace, chi vuole combattere il conflitto d'interessi, chi vuole l'applicazione integrale e sostanziale della costituzione... ho sentito sbugiardare, numeri economici e serie storiche alla mano, tutte le tesi del pensiero unico dominante. ho sentito dire che un modello economico alternativo potrebbe essere per esempio la nuova politica economica di lenin, dei primi anni venti. ho visto rappresentare il socialismo come la riconversione che penso anche io da tanto tempo. dove? al cinema farnese di roma, domenica scorsa, tra le compagne e i compagni di roma che appoggiano il progetto di rivoluzione civile. e se non vi riconoscete in quanto sopra avete fatto bene a non venire pure voi! tra l'altro, che "un modello economico alternativo potrebbe essere per esempio la nuova politica economica di lenin, dei primi anni venti" e che "un socialismo possibile sia la riconversione" non l'ha mica detto un militante da libro dei sogni, dei tanti che stavano lì per la rievocazione della nascita del partito comunista d'italia del '21, ma semplicemente e seriamente un filosofo ed economista candidato alla camera per la lista di ingroia. ora, d'accordo, di meglio si può sempre trovare. ma intanto, questo! paolo andreozzi 18.I.2013 GUERRA E CAMPAGNA ELETTORALE i partiti, i movimenti e i sindacati in cui si è organizzata la classe lavoratrice italiana non hanno saputo storicamente denunciare ciò che precisamente consente alla forza anarchica del capitale di accrescere intanto i propri privilegi, né hanno saputo vivere e far vivere efficacemente il significato profondo della politica, tranne che per una porzione di nicchia eccellente della cittadinanza. forse perché i loro dirigenti hanno scelto sempre qualche scorciatoia tattica, perdente, o forse perché questo è davvero un popolo in maggioranza mai emancipatosi dalla condizione servile delle epoche sabaude, austroungariche, pontificie, borboniche. _____________________________________ intorno al nostro mondo c'è la guerra - la guerra di cannoni e droni, diretta, la guerra obliqua e occulta degli ostaggi, la guerra contro le minoranze, col gas, la guerra delle segregazioni, la guerra contro il diritto e il futuro, coi capitali, la guerra delle armi in casa e nelle scuole, la guerra contro la storia, contro l'umano, contro la terra, l'acqua e l'aria. intorno al nostro mondo c'è la guerra, e il raggio di questo mondo è sempre più corto. perciò ci hanno dato un nobel, perchè ce lo meritassimo. perciò non possiamo non volere un'europa all'altezza di questo compito - che noi incarniamo un'alternativa e una forza d'interposizione di pace. perciò chi vuole un'europa semplicemente contabile, vuole che il raggio di questo nostro mondo benedetto semplicemente scompaia. la campagna elettorale in italia va letta anche così. poi però senti bersani che dice: "non voglio fare robespierre o saint-just: niente patrimoniale, ma solo la tracciabilità fiscale." e non sai se sei più incazzato per: a. l'autosbugiardamento rispetto a quanto aveva detto appena martedì a ballarò, b. perché ma come fanno i compagni di sel e vendola a stare ancora là, c. il vilipendio della storiografia - roba da berlusconi - nell'accostare il terrore ghigliottinaro a una misura fiscale adottata in tanti paesi avanzati. come stiamo messi male. non basta. poi arriva pannella che si mette con storace. e allora concludi che pannella è un esempio perfetto di come si possa attraversare la vita intera campando di politica senza dover fare politica un solo giorno, mai. un altro è andreotti, solo - questo - gestendo un potere molto molto più grande. se c'intendiamo sul significato di 'politica', ovviamente. ed è anche per questo 'servizio' dato per decenni e decenni all'opinione pubblica nei confronti del controsignificato di politica, che questo nostro è il paese - oltre che di andreotti e di pannella - di bossi, di berlusconi, di grillo. le colpe? della banalità del male, sì. ma non solo. i partiti, i movimenti e i sindacati in cui si è organizzata la classe lavoratrice italiana non hanno saputo storicamente denunciare tutto questo, che precisamente consente alla forza anarchica del capitale di accrescere intanto i propri privilegi, né hanno saputo vivere e far vivere efficacemente il significato profondo della politica, tranne che per una porzione di nicchia eccellente della cittadinanza. forse perché i loro dirigenti hanno scelto sempre qualche scorciatoia tattica, perdente, o forse perché questo è davvero un popolo in maggioranza mai emancipatosi dalla condizione servile delle epoche sabaude, austroungariche, pontificie, borboniche. se la risposta corretta è la seconda - compagni lavoratori, compagni intellettuali - stiamo tutti perdendo tempo a restare qui a lottare. se invece è la prima, abbiamo ancora qualche possibilità - magari anche una soltanto. ma oggi sono un po' giù. è che davvero ce n'è tanta da spalare. paolo andreozzi 17.I.2013 L'UNO PER CENTO se l’1% è il governo del pianeta, il 99% è praticamente il pianeta stesso. il quale 99% se fosse in grado di autodeterminarsi – in base a logiche di conservazione e progresso già nell’immediato – lo farebbe direttamente, spogliando di ogni potere reale l’élite globale. ma non lo fa: non si determina in alcun modo che non sia la mera sopravvivenza del qui e ora. _____________________________________ il governo reale del pianeta è il governo di una data classe di flussi globali. prevalentemente, i seguenti dieci: flusso di denaro e debito, di titoli di proprietà, di energia, di merci, di alimenti e acqua, di rifiuti e scorie, di esseri umani e lavoro, di saperi, di informazione e condizionamenti, di armi. chi governa questi flussi governa la terra. e chi li governa? il proverbiale 1% dell’umanità – il quale si regola nell’immediato in base a logiche di profitto, espansione e accumulazione, e sul medio/lungo termine forse anche in base a logiche di conservazione e progresso della specie, della civiltà e della vita in sé (ma forse). però quest’1% non va inteso come un soggetto unitario, bensì come un’arena conflittuale in cui si fronteggiano gruppi d’interesse privati (a geometrie variabili) che nell’immediato hanno obiettivi di profitto, espansione e accumulazione differenti e concorrenti tra loro, e per il medio/lungo forse hanno idee strategiche per la conservazione e progresso pure diverse e spesso inconciliabili. la storia che emerge – la storia pubblica, globale e locale, quella che va sui notiziari prima e poi sui manuali – è dunque la risultante delle forze in conflitto in quell’arena che è l’1% dell’umanità. e il 99%? se l’1% è il governo del pianeta, il 99% è praticamente il pianeta stesso. il quale 99% se fosse in grado di autodeterminarsi – ossia: di determinare il governo di quei flussi, e magari in base a logiche di conservazione e progresso già nell’immediato, e certe (non solo auspicabili) – lo farebbe direttamente, spogliando di ogni potere reale l’élite globale di cui sopra. ma non lo fa: non si determina in alcun modo che non sia la mera sopravvivenza del qui e ora. quindi, in altre parole, il governo dell’1% surroga la naturale anomia del pianeta in sé – cioè del 99% – istituendo con la forza pura (ovvero con la forza di indurre il consenso o, almeno, la distrazione e il disinteresse) una qualche “regola”. quindi, dal mio punto di vista, la questione davvero fondamentale non è ‘come può il 99% appropriarsi dell'autogoverno? (che non ha mai esercitato – i motivi di ciò esulano dai limiti di questa noterella)’, ma è invece ‘la regola con cui l’élite governa mi piace?’. e poiché la mia personale risposta a questa domanda è ‘decisamente no’ (per motivi su cui diffondermi mi porterebbe, di nuovo, parecchio fuori confine), la logica conseguenza è porre subito un altro piccolo gruppo di questioni: ‘come cambiare quella regola?’, ‘chi può farlo?’, ‘e con quale nuova regola governare la terra?’. e le risposte sono, paradossalmente, facili – in termini astratti. come cambiare quella regola? togliendo il potere all’1%, protagonista solitario, o almeno contendendoglielo al punto di determinare dialetticamente una regola differente per governare il pianeta (tramite il governo di quei flussi). chi può farlo? un altro 1% dell’umanità, diverso dal primo: una diversa élite emergente dal grosso del pianeta dalla quale tutti gli esseri umani (il 98%, a questo punto) possano pretendere un’azione di contesa efficace rispetto all’azione monopolistica (benché infraconflittuale) dell’élite attuale. ma con quale nuova regola (almeno, come obiettivo a tendere)? la regola dell’umanità – inteso come sostantivo di valore e non come denominazione collettiva. (anche ‘spiegare’ il sostantivo ci porta lontano: lo do qui per inteso e condiviso.) concludo. la lotta contro l’arbitrio dell’1% non può essere condotta dal 99% con non si sa che metodi immediati e diretti: se il 99% ne fosse in grado lo farebbe già, e vittoriosamente, con la sola forza straripante del proprio numero. il 99% invece – anzi, il 98% – deve delegare a un altro 1% il compito di questa lotta. e quest’altro 1% è la politica. ma quella buona. il flusso del denaro e del debito, dei titoli di proprietà, dell’energia, delle merci, degli alimenti e dell’acqua, dei rifiuti e delle scorie, degli esseri umani e del lavoro, dei saperi, dell’informazione e dei condizionamenti, delle armi – il governo di questi fatti e processi reali deve essere progressivamente guadagnato dai luoghi della politica (cioè del ‘pubblico’), ossia progressivamente sottratto ai luoghi dell’interesse privato. e questo 2% sia – allora sì – l’arena del vero conflitto strutturale, quello tra le due élite che si giocano il potere sulla (meglio: ‘della’) terra. l’ultima domanda: chi può – meglio: ‘deve’ – far parte di questo soggetto ‘deuteragonista’? la risposta dipende dalle suggestioni culturali di ognuno. chi ricorda meglio lucas dirà ‘i cavalieri jedi’. chi platone, ‘i filosofi’. chi gramsci, ‘il partito’. paolo andreozzi 15.I.2013 IL SOGNO per cambiare la nostra vita prima che deragli, bisogna cambiare la logica stessa del sistema produttivo e distributivo - oggi anarchico e predatorio, distruttivo e alienante - che la classe dirigente non-politica ha elevato a dogma per decenni e che le classi politiche hanno tutelato per gli interessi di quella e i propri. cambiare il sistema disumano del consumo irrazionale di beni e valori e umanizzarlo con un altro - razionale, condiviso, concertato, pianificato - dell'utilizzo delle risorse per soddisfare equamente i bisogni reali della gente e della vita. _____________________________________ cambiare radicalmente la classe politica che guida il paese. sembra un sogno - e in effetti lo è, tanto è arduo e ambìto e necessario l'obiettivo. eppure è ben poca cosa rispetto a quest'altro: cambiare radicalmente la classe dirigente non-politica (economia, finanza, informazione) che guida davvero il nostro paese e non solo. sembra un sogno al quadrato, ed è infatti al quadrato la difficoltà (e la necessità) di conseguirlo rispetto al primo. ma è ancora poco: per cambiare la nostra vita prima che deragli bisogna cambiare la logica stessa del sistema produttivo e distributivo - oggi anarchico e predatorio, distruttivo e alienante - che la classe dirigente non-politica ha elevato a dogma per decenni e che le classi politiche hanno tutelato per gli interessi di quella e i propri. e questo è un sogno al cubo! cambiare il sistema disumano del consumo irrazionale di beni e valori e umanizzarlo con un altro - razionale, condiviso, concertato, pianificato - dell'utilizzo delle risorse per soddisfare equamente i bisogni reali della gente e della vita: madonna mia, mi vengono le vertigini solo a ipotizzarlo! ma neanche questo è il sogno più grande, pensate - né il più urgente. il sogno davvero degno di essere sognato è che tutto questo - un nuovo modo di vivere, con un'altra logica ed altre persone a guidarla con altri metodi - ci piaccia. che piaccia a noi, proprio - donne e uomini semplici. donne e uomini che è una vita - anzi, che è tutta la vita delle generazioni di cui abbiamo conoscenza diretta, che invece pensiamo al piacere come a qualcosa di 'mio' e di 'più'. non di 'tutti' e di 'giusto'. e che - al di là dei pensieri belli e, appunto, dei sogni - concepiamo il senso della realizzazione e della sicurezza, e dell'esistenza stessa, come una corsa pessimistica all'accumulazione e al lascito, alla delimitazione e allo sfruttamento, alla massima scaltrezza e alla minima lungimiranza. come dei tossicodipendenti dell'avere. perché ce l'hanno insegnato - perfino quelli di cui potevamo fidarci (qualcuno controvoglia, ma egualmente; pochissimi no, i migliori), ce l'hanno insegnato come unica salvezza personale. quando invece - è evidente, adesso - si trattava di una sindrome di autolesionismo collettivo. di pazzia planetaria, da film di fantascienza. bene. questo è il mio sogno. che un'altra vita - semmai sapremo lottare tanto e tanto intelligentemente da riuscire a crearne i presupposti - poi ci piaccia. che non siamo ormai così lontani, dal nostro non-ancora destino, per questo. il resto sono giochini. ma, attenzione - non sto prendendo posizione, nella vexata quaestio se occorra cambiare prima l'individuo o prima le forme della convivenza, sulla priorità del cambiamento individuale (o autocambiamento che sia). anzi, io continuo a credere che il singolo-in-sé sia un fatto sociale, e quindi non possa autodeterminarsi in meglio da solo quasi fosse una monade leibniziana. dico però che per quanto ci sembri diifficile sostituire chi governa il mondo (riforma delle élite), e ancora più difficile trasformare l'organizzazione del mondo (rivoluzione socioeconomica), sperare questo è perfino un accontentarsi se comparato a sperare che questi cambiamenti radicali (innescati come e da chi - singoli che lavorano su singoli e su sé, avanguardie organizzate che forzano il quadro presente, masse autoconvocate e maggioritarie? - è appunto la questione che ora non sto ponendo) incontrino poi almeno una netta maggioranza di esseri singoli che in qualunque modo siano o si siano resi adatti a tanto appuntamento con la storia. insomma: pensa che sfiga se alla fine agli umani essere umani non dovesse piacere. ecco. credere questo - credere cioè, indimostrabilmente, che poi forse un modello di umanità nemmeno esista e che quindi convenga pensarci gli uni gli altri e noi stessi come bruti (o pazzi) - genera tutto un paradigma di scelte private e pubbliche. credere, viceversa - e altrettanto indimostrabilmente -, che l'umanità sia cosa qualitativamente diversa da tutto il resto, e sia il nostro retaggio, la nostra responsabilità e la nostra salvezza, ne genera un altro agli antipodi dal primo. sono queste, al dunque, le sole due religioni tra cui ci spartiamo. quindi correggo e integro il titolo: il (mio) sogno, è la mia fede. paolo andreozzi 4.I.2013 LA SCELTA l'opzione progressista moderata deve guadagnarsi ognuno dei suoi voti, dati con adesione convinta, e se ne avrà una quantità sufficiente allora potrà condurre il proprio governo fino in fondo. o - rigirando il concetto - il paese deve meritarsi un governo di centrosinistra, dando alle forze che lo propongono una convinta adesione elettorale. altrimenti - se il centrosinistra nascesse su una gamba di aderenti e un'altra di riottosi votanti col naso turato - non ci sarebbe nessuna politica di lungo sguardo, e probabilmente dopo poco nessun governo. viceversa, se il paese un governo di centrosinistra saprà meritarselo convintamente allora - per quanto mi riguarda - dovrà meritarsi anche un'opposizione di sinistra in parlamento, ossia quella che io convintamente sostengo col voto proprio onorando la natura stessa dell'espressione elettorale. _____________________________________ la scelta di appoggiare attivamente le liste elettorali di 'rivoluzione civile' in corsa al parlamento, non è un'opzione automatica - nemmeno per l'opinione pubblica di sinistra. lo dico perché ci sono persone a me vicine - non solo politicamente ma geneticamente proprio - che pur di sinistra davvero, lo stesso finora non hanno fatto la mia stessa scelta. né forse la faranno, e continueranno ad appoggiare per esempio le liste di sel nell'ambito della coalizione di centrosinistra o addirittura le candidature più di sinistra nello stesso pd. poiché appunto si tratta davvero di compagne e compagni - per di più in qualche caso di affetti di una vita- io ho ragionato sul serio sui loro argomenti, e ho messo sotto critica i miei senza certezze precostituite. ed ecco il risultato. che penso utile rendere pubblico. io credo che il centrosinistra a guida bersani vincerà le elezioni politiche di febbraio. lo credo perché mi sembra che, così, bene interpreto le correnti palesi e profonde dell'opinione pubblica italiana, la quale - resa più avveduta dalla crisi socioeconomica ormai così lunga e dura, e ammaestrata dagli anni infiniti e vuoti del berlusconismo - in maggioranza sceglierà l'opzione di un progressismo moderato, contro quelle della reazione di destra e xenofoba o del tecnomoderatismo puro o di un populismo che ha già stancato. e credo che un governo a maggioranza pd più sel sarà una carta migliore per l'italia, rispetto al passato e al presente, perché si esca dalla crisi un po' più verso le esigenze delle persone e un po' meno verso quelle dei poteri - specie se la sinistra del pd e soprattutto sel riusciranno a pesare nelle politiche ideate e attuate. e allora perché sostenere 'rivoluzione civile', col rischio che un voto a quel simbolo ne tolga uno alla sinistra della coalizione di governo? perché non farlo sarebbe per me sottostare ancora una volta all'autoricatto del voto utile. il quale - ecco la mia posizione maturata da tanta osservazione e anche non poca azione politica - benché sembri l'opzione più saggia, invece semplicemente falsa il gioco democratico in sé. voglio dire. l'opzione progressista moderata deve guadagnarsi ognuno dei suoi voti, dati con adesione convinta, e se ne avrà una quantità sufficiente allora potrà condurre il proprio governo fino in fondo. o - rigirando il concetto - il paese deve meritarsi un governo di centrosinistra, dando alle forze che lo propongono una convinta adesione elettorale. altrimenti - se il centrosinistra nascesse su una gamba di aderenti e un'altra di riottosi votanti col naso turato - non ci sarebbe nessuna politica di lungo sguardo, e probabilmente dopo poco nessun governo. viceversa, se il paese un governo di centrosinistra saprà meritarselo convintamente allora - per quanto mi riguarda - dovrà meritarsi anche un'opposizione di sinistra in parlamento, ossia quella che io convintamente sostengo col voto proprio onorando la natura stessa dell'espressione elettorale. ognuno deve giocare il proprio ruolo. e la scelta tattica di indossare la maglietta di un altro giocatore - perché è utile, perché c'è la paura che sennò si perde, perché è la maglia meno peggio tra quelle più popolari - è secondo me proprio quella che finora ha reso storicamente impossibile, in italia, la costituzione schietta e il radicamento sociale di un'offerta politica di una sinistra moderata da una parte e di una sinistra radicale dall'altra: siamo stati tutti, insomma, o troppo generosi o troppo cerebrali o troppo timidi - quando invece in democrazia basta essere se stessi tutti quanti. e se guardiamo gli altri paesi europei, mi sembra che la mia tesi ne esca confermata. in ogni parlamento c'è un partito di sinistra moderata e ce n'è un altro di quella radicale: i socialisti in francia, e l'union de gauche, i socialisti in spagna, e izquierda unida, il pasok in grecia, e syriza, l'spd in germania, e linke... là, dappertutto, le cittadine e i cittadini davvero progressisti non pretendono di recitare due parti in commedia - non dicono 'confluiamo tutti un po' verso il centro per paura del centro vero e proprio o della destra'. bensì banalmente si contano, in base all'adesione ai rispettivi programmi politici offerti dagli schieramenti. e se i progressisti moderati del tal paese si saranno guadagnati voti convinti a sufficienza per governare, ebbene lo faranno - e solidamente. ossia, se il tal paese si sarà meritato davvero un governo di centrosinistra, ebbene l'avrà. un po' di sguardo comparato ci dice che quando ciò succede - ripeto, con la semplicità del gioco democratico, senza retropensieri e travestimenti tattici - allora quel paese si merita sia un governo di centrosinistra sia un'opposizione di sinistra, che svolgerà solidamente il proprio ruolo benefico. altrimenti negato, tagliato, estirpato dalla dialettica stessa parlamentare e istituzionale - con grave danno, secondo me, per le sorti presenti e di prospettiva della parte meno garantita della società. specie in questa recrudescenza della lotta di classe - 2.0 quanto si vuole, ma innegabile come lotta in sé e con tutti gli assi in mano alle élite, come sempre. ma se l'italia non si meriterà tutto questo - ipotesi pure non scartabile a priori, il che forse è al dunque l'assunto di chi si tura il naso e vota 'meno a sinistra di se stesso' - cioè, se senza tatticismi e contrariamente alla mia previsione di qualche capoverso sopra, la coalizione di centrosinistra non vincerà le elezioni... ebbene, quella sarà la volontà espressa dall'italia nel suo massimo appuntamento democratico. il paese in cui vivo è questo. non diventerà progressista tutto insieme, solo perché vendola sta aiutando bersani a non essere il sosia di monti. dovesse vincere monti - senza il mio voto al centrosinistra - o dovessero bersani e vendola esser costretti a patti con monti, casini e marchionne dopo le elezioni (sempre a causa del mio voto a 'rivoluzione civile'), ebbene l'italia sia quella che ha deciso di essere. né voi, compagne e compagni - sorelle e fratelli - del voto utile, ancora una volta sarete riusciti a farla essere un'altra cosa da se stessa. p.s.: alla befana che verrà domani ho chiesto di trovare due cose nella calza, una certezza e una speranza. la certezza, che tra febbraio e giugno vedremo qualcuno di diverso e migliore al posto, rispettivamente, di monti, di polverini, di formigoni, di napolitano e di alemanno. la speranza, che nelle settimane e nei mesi, e nelle ore, che passeranno da adesso fino a poi, in me quella certezza non venga meno, e grazie a ciò mi resti la forza per rendere attuali quegli essere-non-ancora, per quanto ciò sia in mio minimo potere. compagne, compagni, sorelle, fratelli - spero che le vostre calze saranno ricche altrettanto, che ce lo siamo meritato tutte e tutti! paolo andreozzi |